Nuove ricerche su una medaglia fascista per il Ministero dell’Economia nazionale: svelato l’autore, individuati due esemplari inediti in metalli preziosi

 

di Roberto Ganganelli | I mesi che seguirono il 28 ottobre di un secolo fa in Italia, come tutti sanno, furono frenetici sotto il profilo dei cambiamenti politici, sociali e istituzionali dal momento che la marcia su Roma e l’avvento al potere di Mussolini provocarono numerosi riassetti, anche a livello di ministeri.

È il caso del Ministero dell’Economia nazionale istituito, all’inizio dell’anno 1923, dall’accorpamento del Ministero del Lavoro e di quello della Previdenza sociale. Un dicastero che ebbe, tuttavia, una vita piuttosto breve e travagliata, dal momento che venne soppresso con la promulgazione del Regio decreto n. 1663 in data 27 settembre 1929.

Ben quattro furono i titolari dell’effimero Ministero dell’Economia nazionale: Mario Orso Corbino, Cesare Nava, Giuseppe Belluzzo e Alessandro Martelli; tra i sottosegretari, dal 31 ottobre 1925 al 6 novembre 1926, spicca quello di Italo Balbo, uno dei quadrumviri del 28 ottobre 1922, in piena ascesa nelle gerarchie del regime.

Medaglie in oro del Ministero dell’Economia nazionale (1923-1929)

Il Ministero dell’Economia nazionale, pur nel breve arco della sua esistenza, non fu immune da quella “febbre medaglistica” che portò quasi ogni dicastero, corporazione, amministrazione centrale e periferica dello Stato a far produrre coniazioni celebrative e premiali omaggiate, queste ultime, in metalli diversi a seconda dell’importanza del soggetto.

Medaglia fascista dedicata al Ministero dell'Economia nazionale, primo tipo con tondo centrale in oro e corona esterna in argento dorato
Medaglia fascista dedicata al Ministero dell’Economia nazionale, primo tipo con tondo centrale in oro e corona esterna in argento dorato

In oro, a nome del Ministero dell’Economia nazionale erano conosciute fino a ora due tipologie: la prima (mm 42, g 25,30) è in realtà raffinata una “bimetallica” di gusto ancora Liberty coniata dallo stabilimento fiorentino Picchiani con interno in oro 750 millesimi e cornice esterna in argento 800 dorato.

Una bella medaglia con al dritto un busto frontale d’Italia turrita, con un diadema a protome leonina sul petto, laureata e con ai lati due fronde di quercia e d’alloro; al rovescio l’iscrizione DONO | DEL MINISTERO | DELL’ECONOMIA | NAZIONALE in cartella sormontata da stemma Savoia e con ai lati due fasci.

Sia il dritto, come confermato dagli archivi della ditta fiorentina Picchiani & Barlacchi, che la corona esterna erano raffigurazioni standard del catalogo di produzione, realizzabili in vari diametri, e solo per il rovescio venne prodotto un conio speciale.

Medaglia fascista dedicata al Ministero dell'Economia nazionale, secondo tipo con dritto liscio (sic) e stemma sabaudo, al rovescio grande fascio e iscrizione
Medaglia fascista dedicata al Ministero dell’Economia nazionale, secondo tipo con dritto liscio (sic) e stemma sabaudo, al rovescio grande fascio e iscrizione

La seconda tipologia, più innovativa (mm 44,8 per g 41,75 di oro 750 millesimi), presenta un profilo irregolare e al dritto, liscio, porta inciso il solo stemma di casa Savoia, coronato e circondato dal Collare dell’Annunziata; al rovescio un grande fascio ornato da un ramoscello d’alloro e cartiglio con scritta su quattro righe in cartella PREMIO | DEL MINISTERO | DELL’ECONOMIA | NAZIONALE. Non si rilevano punzoni o emblemi che permettano di identificare lo stabilimento di produzione.

Due varianti di metallo inedite per una coniazione “dannunziana”

C’è poi una terza tipologia, censita da Gianfranco Casolari nel suo fondamentale catalogo 25 Anni di storia. Medaglie e decorazioni mussoliniane (Giusti, Rimini 1996) che, a p. 107, viene riportata al numero V-28. Si tratta di una medaglia che Casolari censisce solo in bronzo e bronzo dorato ma che, grazie a un privato collezionista, possiamo oggi pubblicare anche in oro 750 millesimi (g 20,90) e in argento 800 millesimi (g 22,45), nel diametro comune di 39,7 millimetri.

Medaglia fascista dedicata al Ministero dell'Economia nazionale, terzo tipo: il dritto con l'Italia laureata, con spada e corona, e di sfondo allegoria delle attività produttive
Medaglia fascista dedicata al Ministero dell’Economia nazionale, terzo tipo: il dritto con l’Italia laureata, con spada e corona, e di sfondo allegoria delle attività produttive

Al dritto, la medaglia mostra un solenne volto d’Italia laureata, lo sguardo verso l’alto in un atteggiamento che oseremmo definire di gusto “dannunziano”, che regge una spada e una corona d’alloro. Sullo sfondo, un’allegoria del mondo del lavoro: in alto a sinistra un uomo che spinge due carrelli con, di sfondo, delle gru; a destra un altro personaggio che conduce un cavallo o un altro equino da soma; in basso a destra, sotto un ponte ad archi, uomini intenti al carico di un’imbarcazione.

Medaglia fascista dedicata al Ministero dell'Economia nazionale, terzo tipo: il rovescio con l'aquila ad ali spiegate "appollaiata" sullo spazio lucido per iscrizioni dedicatorie
Medaglia fascista dedicata al Ministero dell’Economia nazionale, terzo tipo: il rovescio con l’aquila ad ali spiegate “appollaiata” sullo spazio lucido per iscrizioni dedicatorie

Al rovescio un’aquila ad ali spiegate rivolta a sinistra con sotto uno spazio per iscrizioni. Casolari riporta DONO | DEL MINISTERO | DELL’ECONOMIA NAZIONALE | A. V e che invece, negli esemplari inediti qui pubblicati manca dell’indicativo dell’anno nell’era fascista. Forse, dato che gli esemplari in metallo prezioso erano riservati – specie quelli in oro – a personalità istituzionali di alto livello, un modo per non rendere “datate” eventuali medaglie avanzate dalla produzione.

E' inedito, oltre all'esemplare in oro 750 millesimi, anche questo in argento 800 millesimi che fu coniato dalla ditta Picchiani fra il 1923 e il 1929, anno di cessazione dell'attività del ministero
E’ inedito, oltre all’esemplare in oro 750 millesimi, anche questo in argento 800 millesimi che fu coniato dalla ditta Picchiani fra il 1923 e il 1929, anno di cessazione dell’attività del ministero

Chi fu l’autore di questa medaglia fascista? Casolari non lo menziona, tuttavia ci viene in aiuto un’ulteriore coniazione con il medesimo dritto, ma risalente all’anno VIII dell’era fascista e battuta per conto della Federazione provinciale fascista napoletana (nota in argento 800 millesimi, mm 60,0 per g -).

Svelato l’autore grazie ad un’altra medaglia del ventennio

Sul dritto di questo esemplari, infatti, si riesce e leggere a ore 11 il nome MOSCHI che identifica lo scultore e medaglista toscano Mario Moschi (1896-1971). Allievo dal 1911 al 1915 dell’Accademia di Belle arti di Firenze – dove ebbe come maestri, fra gli altri, Augusto Rivalta, Emilio Zocchi e Domenico Trentacoste – Moschi maturò uno stile basato sulle forme nitide e ben proporzionate della tradizione.

La medaglia da 60 millimetri in argento della Federazione provinciale fascista napoletana sul cui dritto, a sinistra della testa de''Italia, si legge MOSCHI, autore del modello
La medaglia da 60 millimetri in argento della Federazione provinciale fascista napoletana sul cui dritto, a sinistra della testa de”Italia, si legge MOSCHI, autore del modello

Nel 1923 Moschi aprì a Firenze aprì un proprio studio, dove si dedicava anche alla produzione di medaglie commemorative, un’attività vivace nell’ambito artistico artigiano fiorentino e che portò avanti con passione per tutta la vita.

Ebbene, tra le sue medaglie con ritratti ne spiccano diverse – ad esempio una dantesca del 1971 e una per lo scrittore Piero Bargellini (1897-1980) – nelle quali la potenza espressiva del modellato si gioca tutta sull’elemento del volto frontale dal mento proteso e dallo sguardo rivolto in alto, come accade già negli anni Venti nel caso della medaglia fascista per il Ministero dell’Economia nazionale.

E proprio sulla medaglia per Bargellini, come in altre modellazioni medaglistiche di Mario Moschi, ritorna un motivo compositivo visto anche nella medaglia fascista oggetto di questo articolo (Moschi ne modellò numerose) e che venne realizzata su coni predisposti dalla ditta Picchiani: si tratta della targa per iscrizione dedicatoria, in questo caso non circondata da una marziale aquila ma da due fronte d’alloro e con, di sfondo, la torre di Palazzo della Signoria.