Si deve a Marco Sanudo, a fine XIV secolo, un nuovo procedimento di affinazione del metallo messo in atto presso la zecca di Venezia per coniare i torneselli

 

a cura della redazione | Lo sapevate che grazie a Marco Sanudo il tasso di produzione annuale dei torneselli nella zecca di Venezia passò da 102.400 lire a 128.000 con un guadagno netto di ben 3840 lire all’anno?

Marco Sanudo, l’unico della sua antica e nobile famiglia a lavorare nel Medioevo, dal 1389 al 1392, come massaro per i torneselli nella zecca veneta, inventò infatti un nuovo sistema nella fusione del metallo che fu a suo modo rivoluzionario.

Tornesello veneziano a nome del doge Lorenzo Celsi (1261-1265) coniato su tondelli ottenuti con il tradizionale metodo di affinazione
Tornesello veneziano a nome del doge Lorenzo Celsi (1261-1265) coniato su tondelli ottenuti con il tradizionale metodo di affinazione

Per coniare i torneselli o tornesi piccoli, le monete di mistura che Venezia fece battere nella seconda metà del XIV secolo per le sue colonie, a imitazione dei denari tornesi dell’Acaja, anziché fondere il metallo in lingotti o verghe che dovevano poi essere assottigliati e tagliati, il metallo veniva fatto colare in “tolle” ossia su delle piastre.

In questo modo la perdita del metallo nel processo di formazione dei tondelli si riduceva notevolmente. E con il nuovo metodo non solo non solo si otteneva una produzione maggiore, ma anche un risparmio di carbone di 320 lire all’anno perché il metallo aveva bisogno di essere riscaldato di meno per ottenere l’affinamento.

Tornesello di Antonio Venier (1382-1400): tra queste monete vi sono quelle "affinate" col metodo delle "tolle" ideato da Marco Sanudo
Tornesello di Antonio Venier (1382-1400): tra queste monete vi sono quelle “affinate” col metodo delle “tolle” ideato da Marco Sanudo

Il Consiglio dei quaranta, nel 1391, approvò l’adozione ssitematica del nuovo procedimento. Ma questo comportava un maggior lavoro e Sanudo, allora, chiese e ottenne l’assunzione di due nuovi “fanti” in zecca con il salario mensile di 8 lire ciascuno, un aumento del salario dei fonditori da 2 denari a marco a 3 denari ed un aumento anche del suo salario.

Il Consiglio dei quaranta gli concesse un aumento da 192 a 256 lire l’anno. Un aumento non certo così generoso agli occhi di chi aveva procurato alla Serenissima un beneficio e un risparmio così importanti. Fu così che Sanudo, deluso e amareggiato, abbandonò la zecca veneziana sbattendo la porta. Era il 1393.