Il governo francese batte gli scudi da 5 franchi Dupré con l’Ercole riprendendo un fortunato soggetto già apparso nel 1848 e subito dopo la Rivoluzione

 

di Antonio Castellani | Questa è la storia di una moneta europea emessa nella seconda metà del XIX secolo, che in modo mirabile esprime il desiderio d’affermazione di un popolo e di difesa di quei diritti sociali e nazionali sentiti come irrinunciabili e prioritari in maniera, come oggi si usa dire, “trasversale”. Si tratta dei 5 franchi emessi in Francia nel 1871 durante la Comune, un governo rivoluzionario a carattere democratico.

Le condizioni in cui furono battuti questi scudi in argento (900 millesimi, mm 37, peso g 25) furono tra le più drammatiche e angosciose, dal momento che difficilissime erano le condizioni economiche, politiche, dilagava una tremenda carestia e anche tra i comunardi non vi era identità di vedute.

Medaglia satirica coniata in Francia dopo la disastrosa sconfitta di Sedan in cui Napoleone III vide la fine della propria parabola di potere

La crisi francese aveva avuto inizio dalla sconfitta delle armate di Napoleone III subita a Sedan il 2 settembre del 1870 ad opera dei Prussiani, una disfatta tanto più grave dal punto di vista psicologico dal momento che l’imperatore era convinto di poter ottenere una facile vittoria. Il 4 settembre, rovesciato il governo imperiale, nacque una nuova Repubblica di difesa nazionale che puntava sull’organizzazione di nuove forze di riscossa, mentre Parigi era stretta in un assedio durissimo da parte dei Prussiani.

I bombardamenti e le privazioni proseguirono fino al 28 gennaio del 1871, quando venne chiesto un armistizio (per capire in che stato versava la Ville lumière in quei giorni, basti ricordare che la gente arrivò a cibarsi di cani, gatti, topi e a macellare gli animali dello zoo, elefanti compresi).

Un governo provvisorio, con sede a Bordeaux e presieduto da Adolphe Thiers, firmò il 10 maggio del 1871 durissime condizioni di pace che ridussero la Francia in uno stato di prostrazione privandola dell’Alsazia e della Lorena; ma ancor prima di quest’umiliante sottomissione, che non fu accettata di buon grado dall’opinione pubblica scoppiò, il 18 marzo del 1871, un’insurrezione che diede voce al malcontento popolare e si concretizzò in un’assemblea di tipo socialista eletta con larghi poteri: la Comune.

Una celebre immagine fotografica scattata sulle barricate della Comune parigina del 1871

Il programma puntava, secondo le teorie sociali che si andavano diffondendo in tutti i Paesi industrializzati, su idee democratiche e su un’organizzazione autonomistica, in aperto contrasto con la tendenza coercitiva e centralistica dell’impero di Napoleone III; le forze delle classi lavoratrici dovevano essere liberate e potenziate.

Ben presto però emersero profondi dissapori tra gli stessi comunardi che si dividevano in radicali estremisti, pronti anche alla violenza, e moderati che invece auspicavano un dialogo con i conservatori. Inoltre, molti parigini non furono coinvolti dalle nuove decisioni della Comune, restando scettici ed inerti a fronte di una parte della città che invece s’impegnava in tutti sensi allo smantellamento degli apparati dell’organizzazione borghese e all’affermazione di un nuovo governo a carattere democratico e popolare.

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La moneta da 5 franchi in argento coniata a Parigi durante la Comune

Il caos regnava sovrano: anche i soldati del governo provvisorio di Thiers furono ritirati per paura che le rivoluzionarie idee dei comunardi potessero “contagiare” le truppe e, così, Parigi rimase in balia delle barricate. Fame, epidemie, vendette personali e imboscate erano protagonisti di queste giornate e, dunque, può sembrare strano che la Comune sia riuscita ad occuparsi della coniazione di monete; ma noi sappiamo benissimo che l’emissione di valuta sancisce l’esistenza di un governo e che la diffusione di un’immagine, di una legenda, la scelta di un nome su un atto ufficiale come la moneta equivale ad una dichiarazione politica e può avere più peso di un proclama.

Degli scudi da 5 franchi della Comune vennero così coniati molti esemplari: alcune fonti parlano di 470.000, altre di 256.410 (di cui 170.000 mai usciti dalla zecca di Parigi), ma anche questi dati contraddittori non fanno che descriverci la situazione di grande confusione che regnava a Parigi in quei giorni.

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Il celebre rovescio con il motto rivoluzionario e l’Ercole che abbraccia Libertà e Fratellanza

Il direttore della zecca era allora il “cittadino” Zéphirin Camélinat che si firma con la parte terminale del tridente, mentre Albert Desiré Barre era l’incisore generale (simbolo, ancora, come vediamo in basso, ai lato della lettera A che indica la zecca di Parigi al rovescio della moneta).

Molto sobri e semplici i tipi del rovescio di questi scudi, caratterizzati dal tradizionale intreccio di rami d’olivo e di quercia, la data, la legenda REPUBLIQUE FRANÇAISE. Sul taglio troviamo la scritta DIEU PROTÈGE LA FRANCE.

Molto interessante l’iconografia del dritto degli scudi che propone un bel gruppo allegorico, a firma dell’incisore Dupré, sotto alla scritta LIBERTE’ EGALITE’ FRATERNITE: le due figure femminili rappresentano la libertà (a sinistra) e la fratellanza (a destra), mentre sotto la scritta “uguaglianza” troviamo la figura di Ercole vestito con pelle di leone.

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Un esemplare dei 5 franchi Hercule in argento con millesimo 1870

Sempre molto amato e rappresentato il dio greco simbolo di forza, di astuzia, di passione, assunto a divinità dell’Olimpo dopo la sua morte, quando gli fu data in moglie Ebe, dea dell’eterna giovinezza. Tutti questi attributi possono quindi essere assegnati all’uguaglianza, principio vitale della rivoluzione del 1789 e valido in eterno.

Ma in questo caso va ricordato anche un altro attributo di Ercole, quello che lo vede eroe di generosità e portatore di solidarietà verso tutti gli uomini. La figura di Ercole è generalmente caratterizzata, oltre che dalla pelle del leone, anche dalla clava e dall’arco con faretra e frecce che invece in questa rappresentazione mancano, probabilmente a significare che un valore tutto filosofico e civilizzatore come l’uguaglianza non può proporsi con le armi o la forza bruta.

Di rivoluzione in rivoluzione, ecco lo scudo battuto a Parigi nel 1848

La stessa iconografia di questi scudi da 5 franchi era comparsa già nei primi anni dopo la Rivoluzione del 1789 e durante la Seconda repubblica, sostenuta da un governo provvisorio, nata dopo la rivoluzione del 1848, anch’essa di impronta democratica; un’impronta monetale iconica che venne scelta e riproposta, non senza esitazioni, anche dal governo di difesa nazionale, nei mesi immediatamente precedenti la Comune, con data 1870 o 1871.

Risale al periodo del Direttorio (1795-1799) l’introduzione dell’Ercole del Dupré, qui su una prova in oro da 5 franchi di eccezionale rarità e qualità

Il 2 aprile Parigi venne cinta d’assedio dalle truppe del governo di Versailles che riuscirono ad entrare in città il 21 maggio; da questa data, per una lunga e drammatica settimana si scatenò una repressione feroce, che mirava a dare una dimostrazione esemplare a tutta la cittadinanza: 20.000 i caduti, migliaia le deportazioni e le esecuzioni sommarie, 47.000 i processi istruiti per anni sono le tristi cifre della repressione.

Di questa famosa moneta si ha anche la notizia di un tipo, coniato nel numero di 10.000 esemplari, che recherebbe, sul taglio, la scritta TRAVAIL GARANTIE NATIONALE (“Lavoro garanzia nazionale”), anche se non risulta mai apparsa sul mercato.