saturno este ferrara muraiola moneta eternità immortalità mito egitto

La nostra rubrica dedicata a motti e imprese latine sulle monete italiane – per la quale attingiamo a piene mani dall’inesauribile opera di Mario Traina Il linguaggio delle monete – questa settimana fa tappa nella Ferrara degli Estensi, e precisamente nel periodo di Ercole II d’Este, quarto duca della città (1505-1534).

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Il grossetto o doppio soldo (muraiola) di Ercole II d’Este per Ferrara

PERFICIT ET CONFICIT (nelle varianti PERFICIT ET 2FICIT, PERFICIT ET 9FICIT, PERFICIT ET CONFIC e PERFICIT ET CONFICI) si legge infatti sui grossetti o doppi soldi (muraiole, secondo gli studi più recenti di Lorenzo Bellesia), battuti in mistura d’argento e con i cui conii sarebbe stato realizzato, secondo Guido Antonio Zanetti sulla fede di una tariffa del 1580 e della Ordonnance et Instruction stampata ad Anversa nel 1633, anche un ducato d’oro, di cui tuttavia non è conosciuto alcun esemplare.

Il motto, che significa letteralmente “Compie e consuma”, si accompagna sui rovesci di queste monete estensi – il dritto è occupato dal ritratto del duca – alla figura di Saturno in vesti di egiziano che tiene fra le mani un serpente che si morde la coda.

Una bella incisione che ritrae il quarto duca di Ferrara

A identificare nel personaggio raffigurato Saturno vestito da egiziano è stato per primo lo studioso Bonacossi, secondo il quale l’identificazione si giustifica col fatto che il serpente era uno dei simboli attribuiti dai Greci a Saturno (cfr. Ravegnani Morosini, 1984, I, p. 161, n. 14 e Bellesia, op. cit. p. 211, n. 8).

Tuttavia, l’attributo costante di Saturno è la falce e non il serpente, che è invece l’attributo di un’altra raffigurazione greca del tempo, l’Aion (cfr. Lexicon Iconographicum, 1981, I, 1, pp. 399/411).

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Saturno e un serpente che si modre la coda sul rovescio della moneta

Il serpente che si morde la coda, il cosiddetto “Uroboros” (cfr. Chevalier-Gheerbrant, 1999, pp. 526-527) è simbolo, frequentissimo negli emblemi, del tempo ciclico che si rinnova continuamente, fine e principio di ogni cosa: in tal senso potrebbe alludere, dunque, alla perpetuità della dinastia ducale.

Ravegnani Morosini, riferendosi alla mitologia egiziana (Cnef, l’essere supremo, era rappresentato anche come un serpente che si morde la coda, formando un cerchio senza soluzione di continuità) interpreta la legenda come: “Intraprese e portò a compimento”.

Il serpente che si morde la coda, antichissimo simbolo della ciclicità del tempo

Anche secondo Bellesia la legenda è traducibile in “Intraprese e terminò”. Tuttavia, sottolinea Mario Traina, “PERFICIT e CONFICIT sono presenti e non perfetti, e inoltre CONFICIO denota il punto terminale e non iniziale di un processo (comunque ci si aspetterebbe CONFICIT ET PERFICIT)”.

Così, quel Saturno e le parole latine impresse su una moneta risalente a cinque secoli fa continuano a far discutere e a celare un po’ del loro eterno e criptico mistero.