Amelia, una ex schiava giamaicana affetta da albinismo che trovò fortuna nella capitale britannica del XVIII secolo

 

a cura della redazione | Narrano le cronache inglesi del XVIII secolo che tale Amelia Lewsham o Newsham fosse “una negra bianca”, una donna nata in Giamaica intorno al 1748 da una coppia di colore dalla quale ereditò un gene recessivo che le causò l’albinismo.

L'unico ritratto conosciuto della "negra bianca" conservato negli archivi del British Museum di Londra
L’unico ritratto conosciuto della “negra bianca” conservato negli archivi del British Museum di Londra

Pelle e capelli candidi, viene descritta come “bella come la più bella tra le donne europee“, sebbene i suoi lineamenti fossero quelli tipici dei suoi genitori, di origine africana occidentale. Sua madre era una schiava domestica di Sir Simon Clarke, sesto baronetto di Spanish Town che nel 1753, ancora bambina, inviò Amelia in Inghilterra, presso suo figlio Kingsmill Clarke.

Questi, come era prassi all’epoca, vendette Amelia ad un certo John Bennett (o Burnet), che aveva un negozio di uccelli e animali vicino a St. Martin’s Lane a Londra.

Clarke chiese per la ragazza, data la sua particolarità, la bella cifra di 400 ghinee, anche se probabilmente Amelia venne poi ceduta per una cifra inferiore.

Amelia, così inconsueta nella società londinese del tempo, ebbe perciò “l’onore” di essere mostrata alla famiglia reale e alla Royal Society, e ovviamente alla gente comune che fosse disposta a pagare, per ammirarla, uno scellino (non poco per quei tempi).

Venne anche portata in tournee nel Regno Unito – fatto triste, ma usuale per i “fenomeni” sia a quell’epoca che in tempi più recenti – e il 17 aprile 1766 venne battezzata con il nome di Amelia Harlequin. Essa credeva infatti, come molte persone di colore, che il battesimo la rendesse libera, così lasciò John Burnet per mettersi “in proprio”.

Gettone commerciale e pubblicitario in bronzo del 1795 che ritrae Amelia Newsham, "the white negress", invitando i curiosi ad ammirarla dal vivo presso la Curiosities House di Londra
Gettone commerciale e pubblicitario in bronzo del 1795 che ritrae Amelia Newsham, “the white negress”, invitando i curiosi ad ammirarla dal vivo presso la Curiosities House di Londra

La Lewsham continuò ad esibirsi con successo in fiere e teatri al punto da finire protagonista una “campagna pubblicitaria” basata sulla distribuzione di gettoni con la sua effigie, coniati sul modello della moneta da mezzo penny e che riportano le iscrizioni NEWSHAM THE WHITE NEGRESS e, al rovescio, TO BE HAD AT THE CURIOSITY HOUSE CITY ROAD (in cerchio) e NEAR | FINSBURY SQUARE | LONDON | 1795 (nel campo).

Nel 1795, infatti, Amelia lavorava alla House of Curiosities gestita da un certo Thomas Hall, impresario teatrale, al n. 10 di City Road a Londra: un vero e proprio “museo vivente” nel quale i londinesi potevano appagare la loro morbosa curiosità fra esseri umani affetti da deformità, animali esotici viventi e imbalsamati.