La vita di un grande artista del bulino del XVII secolo | La carriera di Girolamo Lucenti alla corte pontificia | Monete e medaglie rimaste nella storia

  

di Eleonora Giampiccolo (da Historia Mundi 2019) | Riprendiamo il nostro approfondimento sul grande incisore papale Girolamo Lucenti (leggi qui la prima parte) con la medaglia annuale del III anno di pontificato di Clemente X, che celebra la costruzione dell’abside della basilica di Santa Maria Maggiore: anche in questo caso alcuni esemplari furono realizzati dal Lucenti e altri dal Travani.

Nella versione del primo, al dritto, si trova il busto del pontefice a destra con camauro, mozzetta e stola con legenda intorno CLEMENS X PONT MAX A III, mentre al rovescio, l’abside esterna della basilica DEVS FVNDAVIT EAM A MDCLXXII (Fig. 7).

Quando ricevette la notizia della caduta di Kamieniec, in mano dei Turchi, guidati da Maometto IV, avvenuta il 27 agosto 1672, Clemente X rimase sbigottito e decise di indire un giubileo generale con la bolla Inter gravissimas, emessa il 5 novembre 1672, “ad implorandam divinam opem contra Turcas”.

Si svolse, quindi, una processione, in quello stesso mese di novembre, che partì dalla chiesa di Santa Maria sopra Minerva alla chiesa nazionale polacca, San Stanislao, alla quale partecipò lo stesso pontefice, sebbene malato.

Fig. 7 | Medaglia dell’anno III per la costruzione dell’abside di Santa Maria Maggiore, realizzata da Lucenti nel 1672. Oro, 33,40 mm, 23,81 g. BAV-Md. Pont. Clemens X, 42

 

Sulla medaglia annuale di quell’anno, il IV,entrambi gli incisori incaricati ritrassero i santi apostoli Pietro e Paolo, protettori della Chiesa cattolica, con una legenda che sembra quasi un’invocazione: INTERCEDITE PRO NOBIS, dettata dallo stesso pontefice (Fig. 8).

In queste medaglia, il nostro artista rivelò tutta la sua abilità di ritrattista e di fine cesellatore; così come nella medaglia annuale dell’anno V, il 1674, celebrativa della vittoria riportata dal re polacco Giovanni Sobieski, nella battaglia di Cochim, che sembrò scongiurare la minaccia ottomana.

Infatti, l’11 novembre 1673, giorno di san Martino, il re polacco sorprese i Turchi nel proprio accampamento presso la fortezza di Cochim sul Dnjestr e annientò in battaglia quasi tutto l’esercito avversario.

La vittoria di Sobieski fu celebrata con una solenne funzione nella Basilica vaticana a Roma e ad essa fu dedicata la medaglia annuale di quell’anno che ritrae, al rovescio, nelle versioni di entrambi gli incisori, il papa assiso in trono mentre riceve dall’inviato del Sobieski la grande bandiera di seta verde ritirata ai Turchi nella battaglia di Cochim, circondata dalla legenda TVRCAR SIGNA A POLONIS RELATA (Fig. 9).

Fig. 8 | Medaglia dell’anno IV per le iniziative prese contro le vittorie dei Turchi in Polonia, realizzata da Lucenti nel 1673. Oro, 35,00 mm, 26,85 g. BAV-Md. Pont. Clemens X, 52

 

Intanto, in un clima politico più tranquillo, si apriva l’Anno Santo del 1675, che portò ad un’eccezionale produzione di medaglie giubilari; produzione, nella quale Alberto e Giovanni Hamerani, oltre naturalmente al Lucenti, furono in prima linea.

Assai bella la medaglia annuale del 1675, anno VI di pontificato: il papa è colto nell’atto di vibrare il primo colpo di martello alla Porta Santa chiusa da un muro intonso; egli è circondato da un seguito di poche persone, nei cui abiti drappeggiati rifulge l’abilità del Lucenti.

La medaglia rispecchia fedelmente la realtà storica: infatti per motivi di ordine pubblico alla cerimonia di apertura della Porta Santa, la Vigilia di Natale del 1674, non furono ammessi i pellegrini, ma soltanto eminenti personalità, tra cui la regina Cristina, che vi poterono assistere, confinati peraltro in palchi appositamente eretti nel pronao della basilica.

Clemente X diede solo il primo colpo, dopo di che fu colto da malore e la cerimonia fu portata a termine dal cardinale Orsini.

Il capolavoro d’incisione di Girolamo Lucenti, rimasto solo alla zecca di Roma in seguito alla morte del Travani avvenuta nel gennaio del 1675, è tuttavia una moneta, seppur incisa quasi come una medaglia: la piastra d’argento, che mostra, nel dritto, la legenda CLEMENS X PONT MAX AN IVB, coperta in parte, in alto, da un busto vivissimo del pontefice, realizzato, secondo alcuni studiosi, su un disegno del Bernini; nel rovescio, il momento in cui i pellegrini varcano la Porta Santa. Il tutto è ambientato in un’architettura scenografica di ampio respiro.

Fig. 9 | Medaglia dell’anno V per l’arresto dell’avanzata turca in Polonia, realizzata da Girolamo Lucenti nel 1674. Oro, 38,99 mm, 30,14 g. BAV-Md. Pont. Clemens X, 65

 

Per la bellezza e l’armonia della composizione, per la caratteristica della legenda del rovescio, riportata non nel giro e neppure nell’esergo, ma nella lunga cornice sopra l’architrave della Porta Santa, con un’innovazione arditissima, questa moneta è considerata una delle più belle di tutta la numismatica pontificia di ogni tempo (Fig. 10).

Forse proprio per aver inciso queste monete e medaglie giubilari, Girolamo Lucenti ottenne, nel luglio del 1675, “viva voce Sanctitatis Suae”, la tanto sospirata nomina ad incisore camerale. E per la chiusura della Porta Santa coniò monete (Fig. 11) e la relativa medaglia con, al rovescio, la scena del papa che cementa il primo mattone:questa ed altre, per un totale di ben 126 esemplari, furono murate nella stessa Porta Santa. Anche il conio di questo rovescio, una volta pervenuto agliHamerani, sarà accoppiato con altri dritti in riconiazioni del tutto arbitrarie.

In seguito il Lucenti fu riconfermato nella carica di “bombardiere di Castello” col compito di sovrintendere alle artiglierie ed alla fusione di nuovi cannoni, in Castel Sant’Angelo.

Fig. 10 | Piastra di Clemente X celebrativa dell’apertura dell’Anno Santo del 1675, realizzata da Girolamo Lucenti. Argento, 44,50 mm, 31,71 g. BAV-Mt. Pont. Clemens X, 18

 

L’ultima annuale di Girolamo Lucenti fu quella con la prospettiva del porto di Civitavecchia, che mostra in primo piano l’antemurale costruito per volere di Clemente X (Fig. 12).

Papa Altieri moriva il 22 luglio 1676 ed il 21 settembre veniva eletto pontefice il cardinale Odescalchi col nome di Innocenzo XI. Due giorni dopo il Lucenti, recandosi, come quotidianamente faceva, alla zecca di Santa Marta si trovò l’ingresso sbarrato dalle guardie “come a malfattore”: il neo pontefice aveva provveduto a nominare nuovo incisore camerale Giovanni Hamerani!

Eppure il Lucenti non abbandonò del tutto l’attività di medaglista: sua è la medaglia del Possesso del nuovo papa, distribuita il giorno 8 novembre 1676, in concorrenza con quella di analogo soggetto dell’Hamerani: “INNOCENTIUS XI.PONT.MAX. A.I. MDCLXXVI. Il busto con il Camauro, Mozzetta, e Stola. FIAT PAX IN VIRTUTE TUA. Lo Spirito Santo circondato da’ Splendori; allude alle preghiere che faceva il Papa per la pace frà la Spagna e la Francia”.

Fig. 11 | Piastra di Clemente X celebrativa della chiusura dell’Anno Santo del 1675, realizzata da Girolamo Lucenti. Argento, 45,00 mm, 32,08 g. BAV-Mt. Pont. Clemens X, 11

 

È assai probabile che qualche burocrate di Curia avesse affidato al Lucenti, quando ancora era in carica, la fattura della medaglia del Possesso per il nuovo pontefice e che essa, quindi, fosse pronta prima del licenziamento del Lucenti stesso, per cui fu distribuita insieme a quella dell’Hamerani. Comunque è significativo che questa medaglia, indubbiamente del Lucenti, non sia firmata.

In ogni caso, il Lucenti si ritirò in Castel Sant’Angelo ove fu rimessa in funzione la zecca, che ivi esisteva, e dove furono coniate parecchie monete spicciole e perfino (almeno stando agli studi più recenti) anche qualche medaglia in onore di Innocenzo XI, tra le quali la medaglia allusiva alla buona amministrazione della Giustizia, derivata dai provvedimenti presi in questo campo da Innocenzo XI; medaglia che, pur non firmata, è attribuita quasi unanimemente al Lucenti.

Per rientrare nelle grazie di papa Odescalchi il Lucenti (che, per tutto il 1677, provvide alla fattura degli Agnus Dei, prima che gli fosse tolto anche quell’incarico) realizzò alcune placchette con l’effigie del pontefice, di un realismo straordinario e di notevole valore artistico. Forse furono gli ultimi lavori da incisore del nostro che, in vecchiaia, si diede a curare la fonderia familiare, senza più prendere il bulino in mano.

Fig. 12 | Medaglia annuale dell’anno VII per il porto di Civitavecchia, realizzata da Girolamo Lucenti nel 1676. Oro, 38,80 mm, 37,37 g. BAV-Md. Pont. Clemens X, 108

 

Girolamo Lucenti si spense il 4 aprile 1698, ultra settantenne, e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, come si conveniva ai “bombardieri di Castello” non lontano dal sepolcro di Gaspare Mola. Era stato sicuramente, per abilità artistica, uguale,se non superiore, all’odiato Giovanni Hamerani ma, nelle sue molteplici attività, era stato troppo discontinuo; eppure aveva realizzato alcune fra le più belle medaglie di tutto il secolo.

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