Oltre 900 lotti di monete e medaglie classiche e moderne, con grandi rarità greche, romane e medievali, oltre ad esemplari in alta conservazione della medaglistica pontificia, spiccano nell’asta Artemide LVI

 

informazione pubblicitaria | Le offerte sono già aperte, per l’asta numismatica Artemide LVI che si concluderà live, con due sessioni, il 23 e 24 ottobre 2021 a partire dalle ore 15.00. Sono ben 957 i lotti proposti nel catalogo che potere visionare – per sottoporre le vostre offerte previa registrazione – nel sito Artemide Aste (clicca qui) o sulla piattaforma DeaMoneta (clicca qui).

Come consuetudine, l’asta Artemide si distingue per la presenza di monete classiche (da segnalare bellissimi esemplari del mondo greco e romano repubblicano), la ricchezza dell’offerta di monete medievali e, in questo caso, anche per una pregevole raccolta di medaglie papali. A questi nuclei principali si aggiungono monete imperiali romane, barbariche e bizantine, una selezione di medaglie e decorazioni di Casa Savoia. Ma andiamo con ordine e passiamo ad una selezione di esemplari interessanti, significativi e di pregio lasciando ai collezionisti il piacere di sfogliare il catalogo Artemide LVI in tutti i dettagli.

Monete greche


In rigoroso ordine di catalogo, apriamo la nostra panoramica con un 3/8 di statere in elettro coniato a Capua dai Cartaginesi nel 216-211 a.C. (Lotto 15) che, con testa gianforme e Giove su quadriga, è proposto alla base di 1500 euro. Al Lotto 25, invece, un eccezionale nomos di Tarentum del 334-330 a.C. parte da 1000 euro mentre il Lotto 26 ci riserva un nomos della stessa zecca, ma del 332-302, con un eccezionale Phalantos al rovescio (base 750 euro). Al Lotto 28, infine, l’ecista dei coloni Parteni è abbinato a un guerriero a cavallo su un ulteriore nomos databile al 302-280 a.C. proposto da 750 di partenza.

Il Lotto 44 e il Lotto 55 ci portano, rispettivamente, ad Heraclea e Metapontum con due piccoli capolavori classici in tondello: si tratta di un nomos (base 3000 euro) con fenomenale incisione di Eracle in lotta col leone e di un raro statere con testa femminile e l’iconica spiga simbolo della polis (base 2000 euro). Un giovane Eracle lo troviamo anche al Lotto 55, sul nomos per Kroton offerto da 1500 euro mentre al Lotto 62 spiccano l’aquila e il granchio incisi su un’affascinante tetradracma di Akragas del 460-450/446 a.C. (base 5000 euro).

artemide LVISpostandoci nell’antica Siracusa, al Lotto 111 ecco una tetradracma della Seconda Democrazia, 466-406 a.C. proposta da 2000 euro mentre al Lotto 120, per Dionisio I (405-367 a.C.), possiamo ammirare un eccezionale tetras in bronzo meritevole di 750 euro di base. Arethusa ritratta di fronte appare anche al Lotto 121, su una emidracma del 343-317 a.C. di altissima qualità (base 1000 euro) mentre data al 278 a.C. il Lotto 137, un emistatere in oro con testa di Persefone e biga in corsa (base 4000 euro).

Concludiamo con due cartaginesi: si tratta del Lotto 181 che propone uno statere in elettro coniato nel 310-306 a.C. (base 1500 euro) e del Lotto 182 un’affascinante tetradracma del 320-300 a.C. con testa di Tanit circondata da delfini e protone equina con palma (base 500 euro).

Monete romane repubblicane


Ampia anche la scelta di monete romane repubblicane che apriamo con il Lotto 198, un quadrinato anonimo del 225-214 a.C. con base di 900 euro, e con il Lotto 201, un sempre affascinante asse fuso della serie Giano/Prora risalente al 225-217 a.C. che merita 1500 euro di partenza. La serie dei denari d’argento, invece, si apre con il Lotto 255 e il Lotto 256, entrambi del periodo delle Guerre sociali e coniati dalla Confederazione marsa: per entrambi la base è identica, 1000 euro.

artemide LVIIl Lotto 289 e il Lotto 290, invece, ci portano all’anno 56 a.C. con due denari, rispettivamente a nome di Faustus Cornelius Sulla e C. Memmius C.f. di rara bellezza: il primo raffigura Venere diademata e al rovescio trofiei d’armi e strumenti sacrificali (base 500 euro) mentre il secondo ritrae Cerere in abbinamento a un trofeo d’armi con prigioniero inginocchiato (base 500 euro).

Il Lotto 310, più avanti nel catalogo Artemide LVI, ci offre un pregevole sesterzio di C. Antius C.f. Restio del 47 a.C. a 1000 euro di base e, dello stesso tipo monetale, è il Lotto 321, coniato nel 46 a.C. con al dritto Cupido e al rovescio doppia cornucopia su globo celeste (base 500 euro). Portano entrambi il ritratto di Giulio Cesare e risalgono al 44 a.C., invece, i rari denari al Lotto 328 e al Lotto 330: il primo è velato, il secondo laureato e, sui rovesci, campeggia Venere con Vittoriola, lancia e scudo (basi 2000 e 1500 euro).

artemide LVIMonete dell’Impero Romano


Sono 102 gli esemplari che saranno battuti in asta Artemide il 23-24 ottobre e non si può non iniziare questa selezione se non da un denario di Augusto (Lotto 345, base 1500 euro) coniato nel 15-13 a.C. a Lugdunum, con ritratto e scena in cui due soldati offrono ad Augusto stesso rami d’alloro. Di tenore meno solenne la rarissima spintria al Lotto 351, di alta conservazione e a 2500 euro di base. Claudio e Nerone sono invece magnificamente ritratti sul Lotto 351 (sesterzio del 50-54, base 800 euro) e sul Lotto 352 (denario del 60-61, base 750 euro).

Ancora Nerone per il Lotto 353, un denario del 67-68 al tipo di IVPPITER CVSTOS che parte da 750 euro mentre al Lotto 359 è Tito Cesare a far bella mostra di sé su un sesterzio, base 1500 euro, con al rovescio l’imperatore a cavallo che trafigge un nemico, simbolo della Giudea. Al 186-187 risale invece un medaglione per Commodo, base 3500 euro, mentre data al 419 un follis per Alessandria dell’usurpatore Domizio Domiziano, rarissimo e di difficile apparizione sul mercato tanto da meritarsi, nonostante la modesta conservazione, 750 euro di partenza.

artemide LVIPassando alla fase finale dell’epoca imperiale romana, infine, ci soffermiamo su due rarità a nome di Libio Severo (Severo III), sul trono dal 461 al 465: si tratta di un solido e di un tremisse, entrambi pregevoli per rarità, al Lotto 443 e al Lotto 444. Il primo coniato a Roma, il secondo dalla zecca di Mediolanum, hanno basi rispettive di 3000 e 1500 euro.

Monete di zecche italiane


Lasciando ai lettori di approfondire le parti di catalogo dedicate alle monete barbariche e alle bizantine presentiamo una serie di esemplari di zecche italiane, ad iniziare dal Lotto 539, doppio ducato bolognese di Giovanni II Bentivoglio (base 10.000 euro) del 1494-1509 per proseguire con il Lotto 547, un 3 reali battuto a Cagliari per Filippo II di Spagna (1544-1598): R3, pur soltanto in Bb merita 750 euro di base.

artemide LVIAl Lotto 551 ecco invece un pregevole 5 franchi dell’assedio di Cattaro del 1814, 1800 euro la base; al Lotto 636, spostandoci nella Napoli borbonica, segnaliamo invece un 6 ducati 1831 di qualità eccezionale, quasi mai visto così, alla base di 1800 euro. Dall’oro al “vile” bronzo per una rarità della I Repubblica Romana di fine ‘700, i due baiocchi di Pergola del 1798 al Lotto 664, base 600 euro; a seguire, al Lotto 708, un magnifico bolognino spoletino di Rinaldo Orsini (1383-1390) merita invece 1000 euro di partenza per la grande rarità e la bella conservazione.

Di estrema rarità, in conservazione più che Bb, è il carlino per Sulmona di Giovanni I d’Angiò duca (a nome del padre Renato d’Angiò) pretendente al trono di Napoli (1460-1461). È di 5000 euro la base fissata per questa moneta di eccezionale pregio e importanza storica.

artemide LVIMonete, medaglie e decorazioni dei Savoia


Passando al ‘900 e alla dinastia regnante sull’Italia fino al 1946, al Lotto 765 ecco una 100 lire 1923 con sabbiatura praticamente completa, Fdc, a 3000 euro di base, mentre da 2000 euro parte una medaglia di Carlo Emanuele III per la liberazione di Alessandria, 1746, al Lotto 778. Altri, interessanti esemplari di monete e medaglie sabaude sono inclusi nel catalogo Artemide LVI: scopriteli uno per uno e fate le vostre offerte.

Medaglie papali


Uno dei “piatti forti” dell’incanto del 23-24 ottobre è dato da una selezione di medaglie dei papi a iniziare da quella al Lotto 825, opera di Emiliano Orfini per il concistoro voluto da Paolo II e risalente al 1466-1467 (base 1500 euro); è in oro e merita 15.000 euro di partenza, invece, l’annuale dell’anno IX di Alessandro VII (1655-1667) con prospetto della Scala Regia in Vaticano al Lotto 839. Da 10.000 euro parte un’altra annuale in oro, quella al Lotto 844 dell’anno X di Innocenzo XI (1676-1689), e stessa base merita una coniazione per Pio VI (1775-1799), quella dell’anno III con veduta della piazza di San Lorenzo Nuovo, nei pressi di Bolsena (Lotto 854). Per Pio VIII (1829-1830), al Lotto 866, spicca invece un capolavoro di Nicola Cerbara con allegoria della Pace, della Gisutizia e dell’autorità pontificia (base 10.000 euro).

Tra XIX e XX secolo, la medaglia papale esprime ancora grandi capolavori come il Lotto 870, l’annuale dell’anno XII di Pio IX (1846-1878) per l’inaugurazione della ferrovia da Roma a Civitavecchia (base 10.000 euro) o la straordinaria dell’anno XVI di Pio XII (1939-1958) offerta a 5000 euro al Lotto 890. E con questi capolavori pontifici concludiamo la nostra selezione del catalogo d’asta Artemide LVI, invitandovi a visionare anche la sezione relativa a medaglie e placchette e quella delle monete mondiali.

artemide LVI