Dal 22 al 24 maggio scorsi si è svolta la 140a edizione di Veronafil, il più longevo e importante salone del collezionismo in Italia e, di fatto, l’unica manifestazione tricolore interamente dedicata a numismatica e filatelia conosciuta anche fuori dai confini del nostro paese.

Nell’occasione, come consuetudine l’Associazione filatelica numismatica “Scaligera” –  che organizza il salone nei padiglioni di Verona Fiere – ha pubblicato il fascicolo La voce scaligera dal quale, per far comprendere al grande pubblico quali siano le difficoltà e gli scenari futuri dell’evento, ha preso la parola il presidente Enrico Meliadò al quale lasciamo spazio in queste righe.

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La lettera aperta del presidente AFNS ne La voce scaligera

Scrive Meliadò: “[…]  mai come quest’anno ci siamo trovati in seria difficoltà nell’organizzare il convegno di maggio. Le cause sono molteplici, ma sia chiaro: nessuna di queste è imputabile a noi.

Entriamo nei dettagli: il 31 dicembre 2024 è scaduto il contratto con l’Ente Fiera per l’uso degli spazi a noi necessari. Conoscendo bene i tempi biblici della burocrazia, già a novembre 2024 avevamo sollecitato l’invio della nuova bozza contrattuale. Risultato? Nessuna risposta. Silenzio assoluto.

Poi, all’improvviso, il 19 marzo 2025 – a soli 59 giorni dall’inaugurazione – riceviamo una mail dall’Ente: comunicano un adeguamento dei costi di allestimento con un rincaro del 35%. Avete capito bene, trentacinque per cento. E solo dopo la nostra accettazione di questo aumento spropositato ci avrebbero mandato il nuovo contratto.

Non solo la tempistica è discutibile, ma è parsa a tutti gli effetti un atto di forza: o accettate, o vi arrangiate. La nostra prima reazione? Comunicare la volontà di annullare la Veronafil di maggio, e di conseguenza anche quella di novembre, interrompendo ogni rapporto con l’Ente Fiera.

Dalle pagine de La voce scaligera il presidente dell’AFNS ha lanciato un grido di allarme per il futuro di Veronafil, messo a rischio dai costi imposti da Verona Fiere

Spostare Veronafil in una nuova location?

Le ragioni economiche erano evidenti. Stavamo già valutando di spostare l’evento altrove. Tuttavia, avevamo un impegno morale verso i commercianti che avevano già prenotato gli spazi. Per rispetto verso di loro, abbiamo chiesto una serie di incontri con i vertici dell’Ente. Solo grazie all’intervento della Direzione generale siamo riusciti a ridurre il rincaro al 20%. Un peso comunque enorme per la nostra associazione.

Solo dopo che ho firmato il nuovo preventivo ci è stato finalmente inviato il contratto, valido però solo per il 2025. Cosa potevamo fare, se non firmare? Almeno le edizioni 140 e 141 della Veronafil si svolgeranno, anche se con parecchie preoccupazioni.

Quello che lascia veramente l’amaro in bocca è che, dopo quarant’anni di collaborazione in cui abbiamo sempre rispettato gli impegni – pagamenti puntuali, correttezza nei rapporti – ci siamo trovati a subire un tentativo di prepotenza bella e buona. E vorrei anche sottolineare: come avremmo potuto, con che faccia, chiedere ai commercianti un adeguamento delle tariffe all’ultimo momento? Per noi, per fortuna, esiste ancora una cosa chiamata etica.

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L’edizione 140 di Veronafil si è tenuta dal 22 al 24 maggio e la 141 è in programma dal 20 al 22 novembre: per allora ci saranno stati chiarimenti?

Ricordo inoltre che la Scaligera da dieci anni non ha mai ritoccato le tariffe, proprio per rispetto della difficile situazione economica e del mercato del collezionismo. Ma a questo punto devo anticiparvi che nel 2026 sarà inevitabile una profonda revisione dei canoni. Non possiamo permetterci di chiudere il bilancio in rosso come accadrà purtroppo nel 2025.

Avviso anche che per il convegno di novembre 2025 la disposizione delle aree per i diversi settori del collezionismo sarà rivista, per meglio rispondere sia alle esigenze dei commercianti sia a quelle dei collezionisti. Infine, un promemoria importante: il Consiglio direttivo dell’Associazione filatelica numismatica ‘Scaligera’ decadrà il 31 dicembre 2025.

I nuovi eletti, insieme al nuovo presidente, dovranno seriamente valutare l’ipotesi di delocalizzare la Veronafil. Anche se, onestamente, a Verona spazi adeguati non ce ne sono. Insomma, come avrete capito, ci siamo ritrovali costretti a ingoiare il rospo. Una situazione che ci mette seriamente in crisi. Non voglio annoiarvi oltre, ma mi sembravo doveroso spiegare a chi lavoro con noi da dove nasce il nostro malessere”.

Verona Fiere, se ci sei batti un colpo…

Una situazione difficile, quella che traspare dalle pagine de La voce scaligera e che mostra un “dietro le quinte” sicuramente non percepito dalla maggior parte dei collezionisti e, probabilmente, ignorato anche da parte degli operatori. Una situazione in cui, senza togliere all’AFNS alcuna responsabilità, ora la palla deve passare a Verona Fiere per un confronto faccia a faccia per giungere a un reciproco impegno di prospettiva e non all’ennesimo tira e molla fra le parti.

Come ho scritto più volte – nonostante le “bacchettate” date in qualche occasione agli organizzatori di Veronafil per degli aspetti da migliorare – l’evento collezionistico scaligero è un patrimonio che non deve essere disperso e tocca a tutti rimboccarsi le maniche per dare a questa fiera un futuro che vada al di là della prossima edizione di turno.