Alla scoperta delle platmynten, le ingombranti monete in rame che segnarono la storia e la numismatica della Svezia per quasi due secoli

 

di Roberto Ganganelli | Lo sapevate che nella vita economica svedese il rame ebbe una grande importanza e rappresentò, accanto al ferro, una delle principali risorse del paese? Fin dai tempi di Gustavo II Adolfo Vasa, “il Grande” (1594-1632), il numerario di rame venne introdotto nel regime monetario svedese. Sotto la figlia Cristina le monete assunsero la forma di grandi placche, le cosiddette platmynten, uno dei monetati più strani di ogni epoca di cui sono noti, dal regno di Carlo XII, emissioni di 4, 2, 1 e mezzo daler.

La corsa dell’Europa alle monete lingotto di Svezia

Le platmynten furono subito ricercatissime all’estero, costituendo infatti una “forma preferita” non certo per l’acquisto di merci, beni o servizi, ma per un’esportazione comoda e veloce del prezioso rame che era utilizzato nei campi più svariati, dagli utensili domestici agli armamenti, dalla carpenteria alla realizzazione di armi e munizioni.

Una veduta della città di Stoccolma e del suo porto risalente al XVII-XVIII secolo: la capitale svedese era uno dei nodi commerciali e finanziari del Nord Europa
Una veduta della città di Stoccolma e del suo porto risalente al XVII-XVIII secolo: la capitale svedese era uno dei nodi commerciali e finanziari del Nord Europa

Per impedire questa esportazione Carlo, il 13 aprile 1715, con un semplice tratto di penna ordinò di elevare il valore di queste placche del 50% portandole dal valore di 2 daler a 3 daler, da 4 a 6 daler e così via. A causa di questo incremento di valore le platmynten persero il carattere di denaro valutario, essendo venuta a mancare l’equivalenza tra il valore del contenuto metallico e il nuovo corso nominale.

Una speculazione e i suoi effetti, anche imprevisti

Non solo la “fuga” all’estero delle platmynten venne bloccata ma si verificò il contrario, una reimportazione delle patmynten per effetto dell’utile del 50% ricavabile rispetto al corso interno del Paese. Da una parte ci fu chi – i soliti ben informati – venne favorito speculando allegramente sul fatto che il provvedimento annunciato fin dal mese di aprile entrò in vigore solo in mggio: per cui chi nel frattempo fece incetta di queste placche fece lauti guadagni, incamerando l’utile derivante dall’aumento successivo del prezzo; mentre la maggior parte della gente venne penalizzata: chi aveva concesso un prestito, per esempio, di 150 daler in patmynten subì una perdita all’atto del rimborso del suo credito ricevendo solo 2/3 del rame che aveva dato a prestito e quindi solo 100 daler sotto forma di platmynten.

"Platmynten" in rame da mezzo "daler" con contromarca centrale e stampigliature sui quattro angoli a prevenire, anche per queste enormi monete lingotto, asportazioni fraudolente di metallo
“Platmynten” in rame da mezzo “daler” con contromarca centrale e stampigliature sui quattro angoli a prevenire, anche per queste enormi monete lingotto, asportazioni fraudolente di metallo

Il 5 dicembre 1717 una nuova ordinanza stabilì il ritorno del prezzo delle platmynten al precedente livello, a partire dal marzo 1718; gli svedesi potevano però, prima della scadenza, cambiare le placche in loro possesso ma non in monete d’argento, ma in biglietti o in obbligazioni o con i segni monetari (le monete d’emergenza in rame coniate in gran quantità, del valore di 1 daler, il cui intrinseco del rame non corrispondeva al nominale).

Contromarche e confisce a favore delle casse statali

Trascorso il 1° marzo un nuovo editto, datato 24 marzo, stabilì che tutte le platmynten dovessero essere contromarcate; quelle non presentate all’operazione entro sei settimane sarebbero state confiscate. Ancora 6 giorni ed ecco che il 30 marzo in virtù di un nuovo decreto, il corso delle platmynten stampigliate venne di nuovo aumentato del 50%.

Un grande esemplare di "platmynten" da 4 "daler": per valutarne la dimensione rispetto all'esemplare da mezzo "daler" si noti la misura delle contromarche rispetto alla superficie
Un grande esemplare di “platmynten” da 4 “daler”: per valutarne la dimensione rispetto all’esemplare da mezzo “daler” si noti la misura delle contromarche rispetto alla superficie

Riduzioni e nuovi aumenti che assomigliano tanto a un gioco, veri e propri trucchi degni di un prestigiatore finalizzati ad assicurare sempre nuovi introiti nelle casse dello Stato; proibita l’esportazione dell’oro e dell’argento e ritirate le poche monete d’argento ancora esistenti, si lasciarono in circolazione solo i “segni monetari”, i biglietti e le obbligazioni. E contro chi si rifiutava di accettarli, si procedeva non davanti ai tribunali ordinari ma spesso con procedimenti sommari.