Vincenzo Lazari nasceva due secoli fa e nella sua breve vita ha lasciato un segno importante negli studi sulle monete antiche e medievali

 

di Damiano Cappellari | Ad una domanda sommaria “quali sono i più famosi numismatici italiani?”, quasi tutti citeranno i “soliti nomi”, da Solone Ambrosoli ai fratelli Gnecchi, da Ennio Quirino Visconti a Guid’Antonio Zanetti, da Bartolomeo Borghesi a Nicolò Papadopoli, da Ludovico Antonio Muratori ad Alessandro Magnaguti. E ovviamente Vittorio Emanuele III.

Iniziamo questa nuova serie di articoli dedicandoci invece a un personaggio che, pur meno famoso nel “Pantheon della numismatica”, ma non per questo di minor importanza, festeggia nel corrente anno il bicentenario della nascita: Vincenzo Lazari. Lazari nacque a Venezia il 16 ottobre 1823 e ivi morì il 25 marzo 1864, a appena quarant’anni.

Discendente da un’antica famiglia greca, da tempo residente a Venezia e inserita nell’ordine patrizio della Serenissima, nacque da Natale e da Eletta dell’Andrea. Frequentò dapprima il Collegio de’ Pellegrini e, novenne, passò poi nel Regio Liceo-Convitto di Santa Caterina per uscirne nel 1840, dopo aver concluso con lode gli studi ginnasiali e filosofici.

vincenzo lazari

A sinistra, l’unica fotografia nota di Vincenzo Lazari; a destra, il frontespizio di uno dei suoi studi dedicati alla storia e alle bellezze della sua amata Venezia

Preferendo su tutte le materie la storia, diventò redattore di un giornale di storia, letteratura e varietà che riscosse ampi consensi. Si narra che le ore che gli altri suoi compagni dedicavano allo svago e al passeggio, il nostro Lazari invece le “consacrava” alla lettura e “all’erudite indagini della storia e della filologia”.

Di pari passò cominciò a nutrire amore per gli oggetti antichi e specialmente per le monete e le medaglie che “con i suoi tenui risparmi” riusciva a comperare o che riceveva in regalo dal padre, che aveva scoperto con piacere nel figlio la passione per quei piccoli ma importanti monumenti dei tempi andati. Non passò molto tempo che il nostro Lazari si trovò possessore di un modesto ma pregiato medagliere. Ma siccome Vincenzo si dilettava anche di fisica, riuscì ad applicarla pure alle monete. Come? Produsse in galvano-plastica quei pezzi che per la loro rarità e per il loro costo esagerato sorpassavano le sue modeste risorse economiche!

vincenzo lazari

Tra gli ambiti di ricerca di Vincenzo Lazari anche i viaggi di Marco Polo, effigiato sulla celebre medaglia del 1847 per la “Nona riunione degli scienziati italiani”

Nel 1840 si trasferì con la famiglia a Padova per frequentare gli studi giuridici di quella famosa università. Qui conobbe luminari che lo portarono ad una dimestichezza con il greco ed il latino che gli consentì di approfondire con grandi risultati i suoi amati studi archeologici e numismatici. Si laureò nel 1845 e iniziò a fare l’avvocato. Ma questo non gli impedì di dedicarsi alla sua passione prediletta.

Grazie al professor Giuseppe Furlanetto divenne coadiutore nell’ordinamento del celebre Museo estense del Catajo, a Monselice, vicino a Padova. E’ in questo periodo che il nostro Lazari comincò a viaggiare, nell’autunno del 1845 partendo per il suo primo viaggio fuori dall’Italia. Si recò a Berna per approfondire su testi originali il viaggio di Marco Polo ma si dedicò anche ad altri esploratori come i Sanudo, i Zeno, i Caboto ecc…

Ed ecco finalmente il colpo di fortuna: essendosi divulgata la sua fama di numismatico, gli venne conferito l’incarico di riordinare il Museo annesso alla Biblioteca di San Marco, che vantava 20.000 monete e medaglie, che il nostro classificò e dispose per meglio rispondere alle esigenze della scienza e degli studiosi. Da qui partì l’idea di scrivere la Storia delle monete dei possedimenti veneziani di oltremare e di terraferma, “campo fino allora inesplorato e schivato dai più pazienti eruditi”.vincenzo lazari

Due delle tavole dedicate alle monete veneziane tratte dal volume del Lazari Storia delle monete dei possedimenti veneziani di oltremare e di terraferma

Così si dedicò a scovare documenti rari, ad esaminare decreti e tariffe per far luce su questo buio campo. Tuttavia il periodo non era dei migliori, siamo nel 1849, a Venezia infuriava la guerra, imperversava il colera e c’era una tremenda carestia.

Siamo, come sapete, durante il glorioso ma assai infelice assedio della città ad opera degli Austriaci. Il Lazari si trovò a vivere in grandi ristrettezze: gli è morto il padre, ha perso parecchi amici diletti, deve quindi tradurre per pochi soldi opere storiche e scientifiche straniere per dare sostegno alla sua famiglia. Nonostante tutto continua gli studi per dare vita al suo progetto numismatico intorno alle monete dei possedimenti veneziani.vincenzo lazari

Soldo di lira dalmata del 1410 appartenente alle coniazioni anonime di Venezia per Dalmazia e Albania. In argento, mm 16 per g 0,52, è moneta di grande rarità e fu illustrata dal Lazari

Il Lazari in merito così si esprime: “Né le sciagure che si aggravavano sulla mia patria bastarono a togliermi a quelle pacifiche indagini in cui trovavo conforto del molto dolore che straziava me impotente spettator dell’eccidio del mio paese” e ancora “molti di questi studii furono condotti fra il lugubre tuonar del cannone nell’ultimo assedio che strinse questa cara città, grande e meravigliosa finanche nelle sue sventure”, davvero commovente.

Il libro, piccolo di dimensioni ma grandissimo per valore scientifico, venne finalmente dato alle stampe nel 1851, quando Vincenzo aveva 28 anni. Questa pubblicazione gli aprì la via al posto di direttore dell’insigne Museo Correr di Venezia. Arrivano quindi tempi migliori per il nostro e, ritornata la tranquillità anche economica, può dedicarsi pertanto completamente ad arricchire di nuovi preziosi acquisti il “suo” museo.

vincenzo lazari

Lazari fu direttore del Museo Correr di Venezia, incarico in cui profuse entusiasmo e competenza

Ma non solo, con il marchese Pietro Estense-Selvatico scrive una Guida artistica e storica di Venezia e delle isole. Collabora con l’Archivio storico di Firenze e viaggia in Italia per trovare notizie sulla sua Venezia. Riesce a farsi aprire gli archivi napoletani così da poter illustrare le zecche degli Abruzzi e di altre dell’Italia meridionale fino ad allora sconosciute.

Nel 1858 compose anche una dotta monografia sulle medaglie e monete del doge Nicolò Marcello che esce nel medesimo anno illustrata dal famoso numismatico-incisore Carlo Kunz. Partì quindi nel 1862 per una serie di viaggi di studio in Francia ed Inghilterra che però lo logorano nel fisico già gracile. Tuttavia riesce a dedicarsi alla descrizione delle poche monete che non erano inserite, poiché sconosciute, nella Description historique des monnaies frappées sous l’empire romain, scritta da Henri Cohen e appena pubblicata a Parigi.

vincenzo lazari

Due frontespizi di opere dello studioso veneziano, la prima dedicata ai tesori del Correr e la seconda di argomento numismatico, incentrata sulle monete abruzzesi

Le monete, rarissime, descritte dal nostro Lazari furono scoperte da lui nelle sole collezioni rimaste a Venezia presso la Biblioteca di San Marco e presso i conti Giustiniani Recanati. Infatti, le principali collezioni numismatiche dei Tiepolo, dei Pisani e dei Grimani erano già state vendute all’estero e andate ad arricchire i musei di Francia e Germania.

Nel 1863 il Comune di Verona gli affidò l’incarico di classificare ed ordinare il ricco medagliere della città. Ebbe così modo di stringere amicizia con il conte Ottavio Canossa e in breve tempo il Lazari concluse il lavoro a lui affidato. Ma la sua salute peggiorava di giorno in giorno; ritornò quindi a Venezia per dare l’ultima mano alla compilazione di quel catalogo e accompagnarlo con illustrazioni, ma purtroppo la sua salute malandata non glielo consentì. Soffriva infatti di affezione polmonare e, dieci mesi dopo, la sua nobile esistenza fu inesorabilmente troncata.

vincenzo lazari

Giovanna II di Durazzo (1414-1435), cella o quartarola coniata nella zecca abruzzese de L’Aquila

Tuttavia, anche in quei mesi di malattia si dedicò ai lavori numismatici promettendo alla Rivista numismatica di Asti un’appendice al suo libro sulle zecche degli Abruzzi ed altri scritti che non vide però pubblicati. Aveva 40 anni e 10 mesi quando la tisi spense la vita di questo illustre numismatico. Il suo intimo amico Andrea Tessier ne colse l’ultimo sospiro non allontanandosi mai dal suo letto d’agonia.

Vincenzo Lazari fu membro effettivo od onorario di svariati istituti letterari e scientifici, tra cui: Ateneo di Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Accademia scientifico-letteraria de’ Concordi di Rovigo, Società ligure di storia patria, Accademia lucchese, Accademia valdarnese del Poggio, Museo germanico di Norimberga, Società slavo-meridionale di Zagabria, Società numismatica del Belgio. Fu definito “degno erede dei Visconti, dei Zanetti e dei Borghesi”.

 

Le opere di Vincenzo Lazari

  • Le monete dei possedimenti veneziani di oltremare e di terraferma descritte ed illustrate. Venezia, 1851.
  • Scritto intorno all’opuscolo: Sopra un denaro d’argento di Berengario illustrato da I. G. Pfister, in Numismatic Chronicle. Londra, 1855.
  • Della zecca di Sora e delle monete di Piergiampaolo Cantelmi, 1856.
  • Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi illustrate e descritte. Venezia, 1858.
  • Medaglie e monete di Nicolò Marcello doge di Venezia, illustrate. Venezia, 1858.
  • Esame del libro: “Monete dei Paleologi marchesi del Monferrato, pubblicata da Domenico Promis”, s.d.
  • Della raccolta numismatica della libreria di S. Marco, informazione del Dottor Vincenzo Lazari, direttore del Museo Correr di Venezia, 1858.
  • Tre notizie sulle medaglie e monete dei dogi Cristoforo Moro, Pietro Loredan e Nicolò Tron, 1861.
  • Lettera à M. Victor Langlois sur quelques médailles romaines inédites des Musée de Venise. Paris, 1862.
  • Della zecca di Massa di Maremma, memoria inedita di Guido Antonio Zanetti Bolognese, corredata di note e documenti da Vincenzo Lazari, 1864.
  • Monete inedite degli Abruzzi ed osservazioni sui tornesi di Campobasso, 1864.