Oltre mille lotti selezionati, dalla monetazione classica al medioevo, dalle zecche italiane a collezioni e nuclei tematici (come quello di rarissime monete cinesi) impreziosiscono l’asta numismatica Varesi 82

 

informazione pubblicitaria | Si avvicina l’asta numismatica Varesi 82 del 28-29 novembre 2023, che si svolgerà nella ormai consueta e affascinante cornice della Villa Botta Adorno in Piazza della Libertà a Torre d’Isola, in provincia di Pavia. Inizio dell’incanto alle ore 14.30 del 28 novembre con la prima sessione, lotti da 1 a 444; seconda sessione il 29 novembre con i lotti da 445 a 1062.

Le offerte pre asta sono già aperte e termineranno martedì 28 novembre alle ore 13.30 per la prima sessione e mercoledì 29 novembre alle 13.00 per la seconda, mentre l’esposizione dei lotti è presso la Numismatica Varesi a Pavia, in Viale Montegrappa 3, il 28 dalle 9.30 alle 13.30 e il 29 dalle 9.00 alle 13.00. Per la visione di 15 o più lotti si prega di recarsi presso i nostri uffici nei giorni precedenti l’asta: un eventuale appuntamento può essere fissato telefonicamente allo 0382.570685 oppure via mail scrivendo a info@varesi.it.

Il numero telefonico della sala aste è 348.3174040 ma si prega di non chiamare questo numero durante gli orari d’asta per informazioni sulle aggiudicazioni. Le offerte sono possibili anche live durante l’asta previa registrazione gratuita su www.aste.varesi.it. Rimandando alle condizioni di vendita per ogni altro aspetto, ecco ora per voi dall’asta numismatica Varesi 82 di monete e medaglie antiche e moderne alcuni lotti selezionati, esemplari caratterizzati da rarità e conservazione particolari. Il catalogo completo è anche su BidInside, con possibilità di effettuare offerte pre asta.

Il catalogo, che si apre con la monetazione antica, prosegue con la pregevole Collezione FMC di monete cinesi, con monete estere interessanti, con la Collezione NB di scudi italiani e la Raccolta Romolo; a seguire medaglie, lotti multipli, libri, coniazioni di zecche italiane, la magnifica Collezione Pezzini di monete lucchesi, una piccola selezione di marenghi e infine spazio, come di consueto, alla monetazione di Casa Savoia.

Monetazione antica (da Celti e Greci a Roma e Bisanzio)

Sono 118 i lotti di questa sezione che apre il catalogo dell’asta numismatica Varesi 82 e al lotto 4 ecco un esempio di monetazione incusa di area magno greca: proviene da Croton e risale al 530-500 aC un bel nomos con doppio tripode delfico, alla base di 500 euro. La bravura degli incisori dell’età classica si conferma poi, ad esempio, nel lotto 21, una didramma di Velia del 334-300 aC con testa elmata di Atena e al rovescio la plastica scena di un leone che assale un cervo. Base d’asta 280 euro.

Atena, stavolta a figura intera e seduta, riappare sul lotto 44, uno scintillante statere byzantion a nome di Lisimaco (323-291 aC) proveniente dall’antica Tracia e meritevole di 8000 euro di partenza, mentre al lotto 67, passando alle emissioni provinciali di Roma imperiale, ecco una tetradramma siriana per Antiochia a nome di Nerva (96-98) con ritratto laureato e aquila ad ali spiegate; il tutto a partire da 900 euro di stima.

Invitandovi a visionare con attenzione l’offerta di sesterzi, denari e altri nominali dei secoli d’oro dell’Impero romano, passiamo al lotto 107, un eccezionale tremisse per Mediolanum fatto coniare da Magno Massimo (usurpatore sul trono dal 383 al 388) che per bellezza e rarità merita 15.000 euro di stima. Un bellissimo solido di Teodosio (379-395) coniato sempre nella città lombarda fra il 380 e il 382 è proposto al lotto 114 a 2000 euro di offerta minima.

Dalla Collezione MFC di monete: tesori in todtello dal lontano Oriente

Le monete cinesi, anche quelle coniate fra XIX e XX secolo, stanno vivendo una stagione di fermento sul mercato internazionale: fra quelle dell’asta numismatica Varesi 82 vi mostriamo per primo il lotto 127: da Chicli, Guangxu (1875-1908), valore nominale di 7 mace 2 candereens, questa moneta d’argento al tipo del dragone è di grande rarità e nella conservazione qui proposta, elevatissima, merita 10.000 euro di base. Dalla stessa regione proviene il lotto 132, uno yuan o dollaro del medesimo periodo, coniata nel 1885 con ritratto dell’imperatrice Lun Yu e al rovescio un uccello con un fiore nel becco: pezzo di squisita fattura, parte da 3500 euro.

Dalla Cina imperiale a quella repubblicana del turbolento periodo 1912-1949 ecco il lotto 140, che fa segnare per la sua rarità e conservazione ben 15.000 euro di base: è uno yuan senza data, ma coniato nel 1912, tipo “Li Yuan Hung” Wuchang commemorativa della fondazione della Repubblica. Non mancano i pezzi “fuori serie” come il lotto 171: si tratta di una moneta di prova da 5 centesimi del 1935 coniata negli USA dalla zecca di Philadelphia in soli 11 esemplari e spedita a Nanchino per l’approvazione da parte del Ministero delle Finanze (base d’asta 5000 euro). E il viaggio numismatico nel lontano Oriente prosegue con altri esemplari che lasciamo ai collezionisti il piacere di scoprire.

Collezione NB di scudi italiani: il fascino dei grandi moduli d’argento

Tra le collezioni proposte in asta numismatica Varesi il 28-29 novembre ci sarà anche una bella selezione di scudi di varie zecche italiane e, fra questi, iniziamo mostrandovi il lotto 260 a nome di Antonio da Barbiano principe di Belgioioso (1769): moneta di ostentazione, in altissima conservazione e di notevole rarità, ha una base di 3000 euro. Stessa stima iniziale per il lotto 268, 10 reali per Cagliari di Carlo II (1665-1700), magnifico per patina e dettagli.

Grandi e piccole zecche si alternano: per Genova ecco il lotto 280, uno scudo stretto del 1697, particolare per il taglio non liscio, bensì con l’iscrizione PONDERIS SECVRA FIDES TVTVMQVE PRAESIDIVM in rilievo. Assente da prestigiose raccolte, merita 5000 euro di prima offerta. Da Genova a Bologna per il lotto 332: si tratta di un esemplare delle 5 lire 1859 di Vittorio Emanuele II come re eletto che, rarissima e pressoché perfetta, parte da una base di 15.000 euro.

Monete di zecche italiane: tanti secoli di storia e numismatica

Lasciando ai collezionisti il piacere di scoprire altre sezioni dell’asta numismatica Varesi 82, come la Raccolta Romolo, le medaglie e i libri di numismatica, passiamo a questa ricca parte dell’incanto del 18-29 novembre presentandovi il lotto 459, un sempre ricercato doppio ducato bolognese di Giovanni II Bentivoglio (1494-1509) alla base di 2500 euro; è invece di ben 11.000 euro, a motivo della sua notevole rarità, il mezzo augustale per Brindisi di Federico II (1197-1250) al lotto 465.

Sebbene in non elevata conservazione, a seguire, merita 1000 euro lo stellino (testone da 43 soldi) battuto a Firenze da Cosimo I de’ Medici (1536-1574) del lotto 498, ed è solo una delle tante monete dell’attivissima zecca toscana in catalogo, tutte da ammirare. Dalla piccola officina di Maccagno, invece, arrivano alcune rarità fra cui il lotto 735, uno ducato del 1622 a nome di Giacomo III Mandelli (1618-1645) con aquila araldica ad ali spiegate e una figura di santo, forse Iacopo. Base 3000 euro.

Brilla non solo per l’oro del tondello, ma anche per finezza e rarità il lotto 742, una quadrupla mantovana per Ferdinando Gonzaga (1612-1626) con dettagliato ritratto e altrettanto curata rappresentazione araldica: il tutto, da una base d’asta di 5000 euro. Parte da 1000 euro una magnifica moneta milanese per Carlo V imperatore (1535-1556), il denaro da 25 soldi al lotto 800 con busto laureato del sovrano e al rovescio l’allegoria del fiume Po con un’anfora e la Salute in piedi che nutre un serpente uscente da un’ara. Splendida moneta rinascimentale con patina di monetiere e di rara freschezza.

Nel catalogo troviamo poi importanti emissioni alto medievali, una scelta notevole di nummi napoletani, rare monete di zecche minori; ecco ora il lotto 859, un doppio grosso del Comune di Pavia (1250-1359) che a un dritto ancora di gusto “arcaico” (legenda PA PA I su tre righe) abbina la figura di san Siro benedicente, con pastorale, fra due colonne ad arco. Base 500 euro.

 

È invece di 4000 euro la base d’asta del lotto 920, un magnifico scudo del sole senese del 1536 circa: di grande freschezza, tre volte rara, la moneta testimonia il livello di potenza economica raggiunto dalla città toscana a inizio XVI secolo e che, di lì a poco, avrebbe perso la sua plurisecolare autonomia. Un po’ quello che ci racconta anche il lotto 953, un quarto di ducato veneziano da 2 zecchini di Marino Grimani doge (1741-1752): rarissimo, a 5000 euro di base, ci parla di una Serenissima ormai in declino e che pochi decenni dopo, con Napoleone, avrebbe visto la fine della propria orgogliosa libertà.

La longeva zecca di Lucca nelle monete della Collezione Pezzini

Quella che l’asta numismatica Varesi 82 vi presenta e vi offre è una delle raccolte private più importanti di monete di Lucca, città la cui zecca fu attiva per dodici secoli, dai Longobardi ai Borbone. Si tratta della Collezione Pezzini di cui, in prima battuta, vi mostriamo il lotto 564, uno dei tanti grossi ottoniani con il monogramma al dritto e il Volto Santo al rovescio, offerto da 1200 euro in ragione della sua rarità e patina di antico medagliere. Proseguiamo quindi con il loto 575, moneta simile ma battuta durante la dominazione pisana del 1342-1369, che merita identica partenza in sala ed è altrettanto rara.

L’alba del XVII secolo ci porta poi il ducatone o scudo del 1607, armetta Serlunardi, meritevole di quattro gradi di rarità: stemma con motto LIBERTAS al dritto, san Martino che offre il mantello al mendicante sul rovescio, questo intrigante esemplare in argento è proposto alla base di 2500 euro al lotto 607. Rari esemplari di santacroce da 25 e san martino da 15 seguono in asta Numismatica Varesi e, sempre dalla Collezione Pezzini, viene il lotto  639, per l’appunto un santacroce risalente al 1734 meritevole di 1500 euro di partenza.

Al lotto 650 segue un esemplare numismatico eccezionale. Si tratta di un san martino da 15 unico, di forma ottagonale e di peso più che doppio del normale; insomma, una prova di zecca risalente al lontano 1746 e che, splendida, richiede un’offerta di almeno 3000 euro. Ricordandovi di sfogliare tutti i lotti relativi al periodo napoleonico e borbonico, fra cui numerose medaglie, concludiamo con lo scudo al lotto 671, anno 1756: con lo stemma di Lucca sostenuto da due pantere, in una conservazione superiore, è offerto a 2000 euro di base d’asta.

Monete di Casa Savoia da metà Seciento alla fine del Regno d’Italia

Ci avviamo a concludere l’anteprima dell’asta numismatica Varesi del 28-29 novembre 2023 con alcuni flash dall’ampio capitolo dedicato alle monete sabaude. Per prima vi mostriamo quella al lotto 999, il massimale da 100 lire oro coniato nel 1864 a Torino con Perizia Emilio Tevere che la descrive “quasi splendida, con bordo ripreso” e che è offerto da 15.000 euro. Sono 10.000, invece, gli euro di minima offerta per le 100 lire di Umberto I del 1891 al lotto 1009, uno dei soli 209 pezzi coniati in quell’anno.

Più che splendida, al lotto 1027, ecco la 5 lire 1914 Quadriga briosa, ultimo “scudo” italiano coniato secondo i canoni dell’Unione monetaria latina (37 millimetri di diametro per 25 grammi di peso): una moneta iconica del Regno che ha base fissata a 5000 euro. E non si può non chiudere in bellezza che con il lotto 1062: le 5 lire 1946 Uva con dicitura PROVA e il nome ITALIA al dritto: nate sotto Umberto II, questa e le monete simili divennero poi le basi per la prima serie repubblicana. L’esemplare, sigillato fior di conio da Egidio Ranieri, merita appieno i 25.000 euro di base di vendita.