Come un giovanissimo collezionista, a inizio anni ’60, scambiò le 100 lire di circolazione del papa buono con quelle, ben più rare, coniate in oro

 

a cura della redazione | Continuano ad arrivare alle nostre caselle di posta elettronica contact@cronacanumismatica.com e redazione@cronacanumismatica.com i ricordi dei nostri lettori: ognuno ha una “moneta del cuore” e una storia ad essa legata.

Storie che rappresentano spesso le fasi di esordio dei nostri lettori come collezionisti, oppure il preludio di quella che sarebbe diventata una passione, una forma di studio e di approfondimento culturale condotta ad alto livello.

È il caso di Franco Saetti, membro dell’Accademia italiana di studi numismatici e autore anche di contributi di alto livello nella Rivista italiana di numismatica. Saetti, come tanti di noi, ha infatti iniziato “in tenera età” ad avvicinarsi alle monete e, come tutti noi a quell’età, ha naturalmente “preso qualche granchio”.

Tuttavia, col passare del tempo e l’esperienza, alle monete si sono affiancati i libri e le riviste e quello che era un passatempo si è trasformato in una strada di crescita culturale appagante, al punto da accompagnare una vita intera.

Lasciamo quindi la parola a Franco Saetti che ci racconta la sua “moneta del cuore”: “Ho iniziato a interessarmi di monete nel lontano 1961, all’età di tredici anni. La famiglia del mio compagno di banco di quell’anno, in terza media, ancora oggi mio carissimo amico, possedeva delle monete d’argento dell’Ottocento e del Novecento (scudi e lire di Vittorio Emanuele II, scudi del Governo Provvisorio di Venezia, pezzi da 120 grana per Napoli, monete d’argento dell’Albania e altre ancora).

Esaminando quelle monete, cominciammo a incuriosirci e ad appassionarci e quell’anno, dopo aver studiato assieme ogni pomeriggio, cominciammo ad andare in cerca di monete, visitando soprattutto i negozi degli orefici della città, presso i quali allora a volte riuscivamo ad acquistare monete d’argento pagandole addirittura a peso.

Uno dei ben 783.000 esemplari di moneta in acmonital da 100 lire di papa Giovanni XXIII coniati nel 1961: uno degli spiccioli vaticani più comuni di quegli anni, finiva spesso anche in circolazione in Italia
Uno dei ben 783.000 esemplari di moneta in acmonital da 100 lire di papa Giovanni XXIII coniati nel 1961: uno degli spiccioli vaticani più comuni di quegli anni, finiva spesso anche in circolazione in Italia

In una delle piazze del paese aveva aperto un bel negozio di antichità un antiquario di Verona (ne ho appreso il nome soltanto molti anni dopo, si chiamava Martignoni), che a volte esponeva in vetrina anche qualche moneta.

Cominciammo a frequentare anche questo negozio, presso il quale però le monete non erano così a buon mercato come presso gli orefici. A questo antiquario chiesi se mi sapeva indicare qualche pubblicazione numismatica ed egli mi suggerì di scrivere alla ditta Rinaldi, Casa di Giulietta, Verona per chiedere una copia saggio della rivista da loro pubblicata.

Così feci e ben presto ricevetti in omaggio una copia di Italia numismatica, alla quale non molto tempo dopo mi abbonai. Com’è noto, la bella rivista della ditta Rinaldi conteneva anche un listino di monete in vendita a prezzo fisso e, scorrendo l’elenco delle monete, vidi descritto un pezzo da 100 lire di papa Giovanni XXIII proposto a ben 15.000 lire.

All’epoca non ero a conoscenza dell’esistenza delle 100 lire in oro emesse annualmente dal Vaticano, in funzione soltanto commemorativa, assieme alla serie di monete divisionali di normale circolazione.

Le ben più rare e preziose 100 lire del 1959, anno primo di pontificato di Angelo Giuseppe Roncalli, coniate in soli 3000 esemplari: è l'ultima 100 lire oro emessa dal Vaticano nel dopoguerra
Le ben più rare e preziose 100 lire del 1959, anno primo di pontificato di Angelo Giuseppe Roncalli, coniate in soli 3000 esemplari: è l’ultima 100 lire oro emessa dal Vaticano nel dopoguerra

I miei genitori possedevano e gestivano allora un negozio, nel quale mia madre si occupava della cassa, e in passato avevo visto che qualche volta capitavano  anche monete del Vaticano, soprattutto pezzi da 100 e 50 lire in acmonital di Pio XII; così, ritenendo che le rare 100 lire di Giovanni XXIII fossero in acmonital, chiesi a mia madre di tenerle da parte nel caso le fosse passato per le mani qualche esemplare.

Nel giro di pochi mesi le capitarono due di questi esemplari, che mi diede e che oggi ancora conservo: la cosa mi rese felicissimo, dato che pensavo avessero un notevole valore. Nel frattempo avevo cominciato a frequentare anche la cartolibreria di un appassionato collezionista, il quale consultava spesso (eravamo già nel 1962) una copia dell’edizione di quell’anno del volume di Antonio Pagani. Questo volume, che catalogava tutte le monete emesse dai diversi stati italiani successivamente all’invasione napoleonica, ebbe un grande successo e andò letteralmente a ruba, per cui la tiratura fu esaurita in brevissimo tempo.

"Monete italiane dall'invasione napoleonica ai giorni nostri (1796-1961)": uno tra i più validi e rivoluzionari cataloghi numismatici italiani, vera e propria "bibbia" per i collezionisti di decimali
“Monete italiane dall’invasione napoleonica ai giorni nostri (1796-1961)”: uno tra i più validi e rivoluzionari cataloghi numismatici italiani, vera e propria “bibbia” per i collezionisti di decimali

Ai miei occhi il libro risultava di un interesse enorme e mi sarebbe piaciuto moltissimo possederne una copia. Non molto tempo dopo, in occasione del mio compleanno, me ne trovai un esemplare in regalo da parte dei miei genitori, che erano riusciti a reperirne uno di seconda mano tramite il proprietario della cartolibreria, pagandolo ben 20.000 lire.

Così, sfogliando e studiando l’opera, mi accorsi dell’esistenza delle 100 lire d’oro di Giovanni XXIII e del mio abbaglio. Mi ripromisi successivamente di acquistarne un esemplare in ricordo dell’episodio e dei miei esordi collezionistici e questo feci, diversi anni fa, pur non appartenendo, questa moneta di Giovanni XXIII, al settore numismatico di mio interesse. E ancora oggi conservo con piacere le 100 lire d’oro assieme ai due comuni pezzi da 100 lire di acmonital di papa Giovanni XXIII”.