A tutti i nostri lettori l’invito a raccontarci qual è la loro moneta del cuore e perché: ecco le prime mail che ci sono pervenute in redazione

 

a cura della redazione | Nella newsletter di venerdì 24 giugno (a proposito, se non siete ancora iscritti potete farlo cliccando qui) il direttore Roberto Ganganelli ha lanciato ai lettori una proposta, raccontarci la loro moneta del cuore, invito che ovviamente è esteso a tutti coloro che leggono online Cronaca numismatica e che vuole riscoprire, attraverso le vostre parole, qual è stato il tondello che ha segnato la vostra vita di appassionati.

La prima moneta che ha suscitato in voi curiosità? Quella che è stata il regalo speciale di un amico? Il pezzo che vi ha raccontato una pagina di storia? Oppure la rarità rincorsa per anni e finalmente ha trovato spazio nella vostra raccolta? Scriveteci una mail e inviateci le foto su contact@cronacanumismatica.com o su redazione@cronacanumismatica.com e la vostra moneta del cuore troverà spazio nelle nostre pagine digitali in questa nuova rubrica.

La passione numismatica può avere tante declinazioni e i motivi che portano ciascuno di noi a ritenere speciale una moneta sono talvolta inimmaginabili: raccontarle vuol dire sottolineare il valore interiore, personale, addirittura intimo che un esemplare può assumere, tanto da diventare – per l’appunto – la moneta del cuore.

Quel denario di Tiberio dei tempi di Gesù…

Da Milano ci scrive Antonio Fusi Rossetti: “Avevo sette o otto anni e tornando a casa da scuola in Via Manzoni a Milano mi sono imbattuto nel negozio di Marco Ratto e ho comprato (allora si poteva liberamente, e anche a buon mercato) un denario d’argento di Tiberio, commosso anche dal fatto che anche Gesù avrebbe potuto vedere e toccare quella moneta, come suggerito dal nostro ottimo maestro delle elementari; fu l’inizio di una collezione romana, esclusivamente da seri canali ufficiali e di esemplari comuni”.

Denario di Tiberio (14-37 c.D.) con al D/ il ritratto laureato dell'imperatore e al R/ Livia (come Pace) seduta con ramo d'ulivo e lungo scettro verticale. Questa viene considerata la moneta che fu mostrata a Gesù quando pronunciò la frase "Date a Cesare quel che è di Cesare" riportata nei Vangeli
Denario di Tiberio (14-37 c.D.) con al D/ il ritratto laureato dell’imperatore e al R/ Livia (come Pace) seduta con ramo d’ulivo e lungo scettro verticale. Questa viene considerata la moneta che fu mostrata a Gesù quando pronunciò la frase “Date a Cesare quel che è di Cesare” riportata nei Vangeli

Una piccola ossidionale dell’epoca di Napoleone

Dalla provincia di Ferrara, Enrico Gambetta ci scrive invece: “Sono felice di potervi riscrivere dopo anni,approfittando di questo interessante momento di condivisione culturale ma anche emozionale,che è un poco l’anima della numismatica.

Vi presento non solo la mia moneta del cuore,ma anche la mia ‘numero uno’ (Zio Paperone sarebbe fiero di me), dalla quale ha preso il ‘la’ questa passione così forte per quanto riguarda la monetazione ossidionale… e per le scienze numismatiche in generale! Prossimo alle 51 primavere,ricordo come fosse ieri quando venni in possesso di questa moneta,me la regaló mio zio in una esposizione fieristica paesana, anima e corpo di quel genius loci che purtroppo stiamo perdendo; ricordo ancora il prezzo e soprattutto il periodo: 15.000 lire, era il luglio del 1984. Che tempi e che nostalgia…”.

La moneta del cuore di Enrico Gambetta, 5 centesimi del 1814 coniati in occasione dell'assedio di Anversa durato dal 14 gennaio al 4 maggio e che vide la fine solo dopo l'abdicazione di Napoleone Bonaparte
La moneta del cuore di Enrico Gambetta, 5 centesimi del 1814 coniati in occasione dell’assedio di Anversa durato dal 14 gennaio al 4 maggio e che vide la fine solo dopo l’abdicazione di Napoleone Bonaparte

Tutto il Regno d’Italia in uno spicciolo d’autore

Infine, in attesa di ricevere da altri lettori una mail dedicata alla loro moneta del cuore, ecco il contributo di Luca Dallavalle: “Prima di tutto ringrazio Cronaca numismatica e Roberto Ganganelli per questa opportunità e mi scuso fin da ora per eventuali errori ed inesattezze.

Vorrei partire da una considerazione: dal mio punto di vista non è individuabile un oggetto migliore rispetto ad un altro da collezionare. Qualsiasi cosa diventa perfetta, anche nella sua imperfezione, nel momento in cui è in grado di stimolare curiosità ed entusiastico desiderio di approfondimento in colui che la riceve, la acquista o, come nel mio caso, la trova casualmente rovistando nel cassetto di un vecchio mobile.

Ed è proprio così, ormai più di quaranta anni fa, che ho recuperato la ‘numero uno’ della mia collezione, la mia moneta del cuore a tutti gli effetti perché ha dato inizio a quella che è tuttora una profonda passione. L’esemplare è un 5 centesimi del tipo Spiga del 1937 di Vittorio Emanuele III che porta i segni del suo lavoro, evidentemente ben svolto, di moneta circolante passata di mano in mano negli anni prima di finire in quel cassetto.

Quando il valore affettivo supera enormemente il valore commerciale: la moneta del cuore del lettore Luca Dallavalle è questa 5 centesimi Spiga del 1937 il cui dritto è ispirato a una cera del grande Benedetto Pistrucci
Quando il valore affettivo supera enormemente il valore commerciale: la moneta del cuore del lettore Luca Dallavalle è questa 5 centesimi Spiga del 1937 il cui dritto è ispirato a una cera del grande Benedetto Pistrucci

A chi era appartenuta? Che significato aveva quella spiga e l’effige impresse? Cosa accadeva nel 1937? Sono solo alcune delle domande che un ragazzino di dieci anni ha iniziato a porsi davanti ad un una moneta che per la prima volta non rappresentava semplicemente un soldo da spendere.

Con il tempo i quesiti hanno trovato risposta e tanti successivi approfondimenti sfociati in una vera e propria collezione. Oggi, con occhi un pochino più navigati, la osservo in mezzo ad esemplari di metallo e conservazione più nobili, con la palese consapevolezza di non tenere in mano un unicum della numismatica (si, insomma, per dirla con un’ovvietà, non si tratta certamente del Panticapaeum Stater battuto poche settimane fa a Zurigo).

Ma di una cosa sono certo e potrei certificarla con tanto di sigilli: nessun’altra moneta che si aggiungerà in futuro alla mia collezione, seppur di conservazione, rarità e valore intrinseco nettamente superiore, potrà mai eguagliare l’affetto ma soprattutto il senso di riconoscenza che sempre nutrirò nei confronti di questi poco più di tre grammi di rame per avermi indirizzato al collezionismo numismatico”.