La leggenda nascosta dietro un rarissimo statere di Cizico del V secolo a.C. ci racconta di Erittonio, nato dal casuale “incontro” del dio Efesto con la Terra

 

di Roberto Ganganelli | Quante monete antiche, greche o romane, ci ricordano pagine immortali della mitologia? Numerose, ma alcune hanno più fascino di altre per la loro bellezza, per la rarità, per la mirabile sintesi evocativa con cui sublimano storie e leggende.

È il caso di uno statere in elettro (mm 18 per g 16 circa) coniato a Cizico, nella regione della Misia, fra il 450 e il 330 a.C. sul cui rovescio non figura altro che un “classico” quadrato incuso. È il dritto, tuttavia, a rendere speciale questa rara moneta.

Seduzione e violenza, vita e morte nel mito di Erittonio

La storia che vi si narra, e che con questo statere possiamo rileggere è quella della nascita di Erittonio. Secondo il mito, la dea guerriera Atena si recò un giorno da Efesto, il dio fabbro, per chiedergli che fossero forgiate per lei più armi.

Attratto dalla bellezza di Atena e sopraffatto dal desiderio, Efesto tentò di sedurla e, quando venne respinto, la inseguì e cercò di violentarla.

Nella lotta, il seme di Efesto cadde sulla gamba di Atena e questa, con disgusto, se lo asciugò e lo gettò a terra. Ma dal contatto con Gaia, dea della terra, nacque un ragazzo che venne chiamato Erittonio (lo “scuotitore della terra”).

E lo statere di Cizico raffigura proprio il momento in cui il neonato venne presentato dalla Terra, sua madre, personificata in forma di donna ad Atena, dea della saggezza e, in fondo, propiziatrice di quella nascita.

erittonio

Atena accettò il bambino e lo affidò alle tre figlie di Cercope, il primo re di Atene, collocandolo in una cesta come culla e avvertendo le giovani di non aprirla mai.

Queste, tuttavia, sopraffatte dalla curiosità, decisero di dare un’occhiata all’interno e lo spettacolo che le accolse (a seconda della versione del mito) fu il piccolo Erittonio che o era circondato da un serpente, oppure era, lui stesso, per metà uomo e per metà serpente.

Terrorizzate e impazzite, le figlie di Cercope – si chiamavano Aglauro, Erse e Pandroso – si gettarono dalla scogliera dell’Acropoli (o, secondo altre versioni, furono uccise dal serpente uscito dalla cesta di Erittonio).

Sentendosi forse in colpa per quanto accaduto – ma gli dei, di solito, non si pongono certi problemi – Atena si prese cura di Erittonio, nutrendolo e allevandolo nel recinto dell’Eretteo.

Una volta cresciuto, questi scacciò Anfizione (il terzo, mitico sovrano di Atene) e divenne il nuovo re di Atene e, tanto per rendere omaggio alla “madre adottiva”, fece collocare nell’Acropoli una statua di Atena e istituì le feste Panatenee.

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Una moneta modernissima… coniata venticinque secoli fa

Nella rappresentazione numismatica del mito di Erittonio, il piccolo e la madre sono idealizzati classicamente, forse (come suggerito da alcuni studisi) ispirati a un gruppo statuario di cui, tuttavia, non ci è pervenuto alcun frammento.

Lo statere di Gaia ed Erittonio, chiaramente filo ateniese, fu quasi certamente coniato durante il periodo di appartenenza della città alla Lega di Delo (478-411 aC). Un capolavoro della numismatica classica con oltre 25 secoli alle spalle, ma che appare di sconcertante modernità, quasi fosse una medaglia sperimentale contemporanea.