Gli scavi archeologici nell’area della Confessione della Basilica Vaticana voluti da Pio XII (1939-1958) e durati dal 1940 al 1949 non portarono alla luce solo quella che è stata riconosciuta come la prima tomba di san Pietro e i resti del trofeo di Gaio nell’area occupata da una necropoli pagano-cristiana del I secolo, ma anche alcune testimonianze di devozione nei confronti del principe degli Apostoli oggi custodite nel Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana.

Si tratta di circa duemila monete lasciate intorno al sepolcro dell’apostolo Pietro da pellegrini provenienti da tutte le parti d’Europa durante il Medioevo,e grosso modo fino alla costruzione della nuova basilica iniziata ad opera di Giulio II (1503-1513) nel 1506 e attualmente raccolte insieme nel fondo denominato Tomba di san Pietro.

Queste monete sono quasi tutte di scarso valore intrinseco (sono principalmente denari, penny, scellini, oboli e raramente grossi), ad eccezione di un tremisse d’oro della zecca di Lucca depositato – secondo la tradizione – dall’imperatore Carlo Magno durante uno dei suoi viaggi a Roma.

L’indizione del primo Giubileo, quello del 1300, per volere di papa Bonifacio VIII

Sono spesso molto consumate, dal passare dei secoli e dalle condizioni ambientali in cui sono rimaste per tanto tempo, ma costituiscono una documentazione preziosissima per lo studio di uno dei più importanti fenomeni del Medioevo cristiano in Europa: il pellegrinaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo. Testimoniano, inoltre, l’uso diffuso della moneta come offerta devozionale, custodita dal pellegrino nel corso del viaggio e donata all’arrivo presso tombe ed altari, in ricordo del proprio luogo d’origine e quale memoria dell’esperienza di cammino vissuta.

La tomba di san Pietro, come pure quella di san Paolo sulla via Ostiense, divenne meta di pellegrinaggio molto presto e uno dei momenti cruciali della visita alle tombe per il pellegrino era la deposizione di una moneta (in genere del proprio paese di origine, fintanto che le tomba dell’Apostolo rimase per lo più accessibile) o il suo “getto” (quando ai pellegrini non fu più consentito l’avvicinamento ad essa a causa delle varie strutture architettoniche che vi furono sovrapposte nel corso dei secoli).

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Dritto di un picciolo della zecca di Roma del 1450 ritrovato sulla tomba di san Pietro. (BAV. Mt. TsP. Pont. 3). Riproduzione vietata

Le monete di questa raccolta custodita dal Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana il cui numero, a prima vista, può sembrare esiguo, costituiscono solo una piccola percentuale di quelle che continuamente venivano lasciate sulla tomba del principe degli Apostoli, o in prossimità, perché sono quelle che sfuggivano alla raccolta quotidiana da parte degli addetti alla pulizia della basilica.

A comprovarlo è, ad esempio, una relazione del cardinale Jacopo Caetani degli Stefaneschi, grazie alla quale sappiamo che, nel corso dell’Anno Santo 1300, le monete offerte all’apostolo e raccolte dal personale equivalevano a 30.000 fiorini.

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Rovescio di un picciolo della zecca di Roma del 1450 ritrovato sulla tomba di san Pietro. (BAV. Mt. TsP. Pont. 3). Riproduzione vietata

Per celebrare il Giubileo del 2025 dedicato ai “Pellegrini di Speranza” il Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana ha deciso di riprodurre una di queste monete svelando la sua storia. Questo progetto è stato realizzato grazie alla generosità di due famiglie di benefattori americani che per il tramite di The Sanctuary of Culture Foundation l’hanno sostenuto.

La scelta è ricaduta su un picciolo della zecca di Roma emesso durante il pontificato di Niccolò V Parentucelli (1447-1455), in occasione del Giubileo del 1450 che reca, al dritto, il Volto Santo o Velo della Veronica, con la legenda ROMA intorno, e al rovescio, le chiavi decussate e la legenda NI PP V (Nicolaus Pontifex Pontificum Quintus).

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La fedele riproduzione della “moneta della fede” fatta realizzare dal Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana è corredata da un piccolo volume che ne illustra la storia

Pur essendo piccola di dimensioni, appena 12 millimetri di diametro, e in mistura (cioè fatta in una lega che contiene una percentuale d’argento minima), la moneta racchiude in sé un alto valore simbolico, non solo per il riferimento al Volto Santo, una delle reliquie più importanti della Cristianità, la cui ostensione era un momento molto atteso dai pellegrini soprattutto durante i giubilei.

Questo picciolo è importante perché, essendo stata battuto nella zecca di Roma e rappresentando, quindi, la memoria di un pellegrino che ha percorso probabilmente poca strada per giungere alla meta del suo viaggio (soprattutto in relazione alla provenienza degli altri , così come testimoniato dalle monete del fondo Tomba di san Pietro), invita a riflettere sul fatto che a nulla vale la fatica di un viaggio che pur si snoda in migliaia e migliaia di chilometri, se questo non è accompagnato dalla giusta disposizione d’animo.

Le dimensioni e il metallo quasi vile di cui è fatta, inoltre, ricordano l’offerta della vedova del Vangelo di Marco e di Luca, che nel tesoro del Tempio getta due spiccioli (verosimilmente due prutot) che erano tutto ciò che possedeva, un’offerta silenziosa di cui nessuno si accorge se non Gesù.

Sul dritto del picciolo il Volto Santo, una delle più importanti reliquie della Cristianità

Le monete ritrovate intorno alla tomba di San Pietro e conservate nel Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana furono elencate, con una descrizione sommaria e talvolta non priva di inesattezze rispetto agli studi più recenti in materia, dall’allora conservatore Camillo Serafini in appendice al volume Esplorazioni sotto la confessione di San Pietro in Vaticano eseguite negli anni 1940-1949. Relazione a cura di B.M. Apollonj Ghetti, A. Ferrua, E. Josi. E. Kirschbaum, pubblicato nel 1951.

Nei prossimi mesi, tuttavia, grazie al sostegno dell’Istituto per le Opere di Religione e alla collaborazione di diversi studiosi italiani e stranieri, il Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana potrà finalmente pubblicare il catalogo scientifico completo della suddetta raccolta dedicandolo ai “pellegrini di speranza” del passato che, con le loro monete, hanno lasciato memoria del viaggio che in un tempo lontano hanno intrapreso verso il centro della Cristianità.

Maggiori informazioni per l’acquisto su www.vaticanlibrary.va (sezione Pubblicazioni).