Scaduti e “ABBRUCIATI” i buoni di cassa… restano solo le MATRICI

1701

Un segnalibro “a sorpresa” in un volume ottocentesco | Il Monte dei Paschi di Siena e le emissioni di buoni di cassa del 1866 e 1871

 

Il "segnalibro numismatico" segnalatoci dal nostro lettore è formato da tre matrici per altrettanti buoni del Monte dei Paschi di Siena da 20 lire del 1871
Il “segnalibro numismatico” segnalatoci dal nostro lettore è formato da tre matrici per altrettanti buoni del Monte dei Paschi di Siena da 20 lire del 1871

di Roberto Ganganelli | Un lettore ci ha scritto, inviandoci la foto che qui pubblichiamo, di aver rinvenuto come segnalibro in un volume del XIX secolo acquistato sul mercato antiquario “una curiosa striscia di carta azzurrina” che supponeva essere formata da “tre piccole bancnote da 20 lire relative al Monte dei Paschi di Siena datate 1871 e non tagliate”.

Matrice per sigilli o timbro dei Monti Riniti di Siena (immagine speculare)
Matrice per sigilli o timbro dei Monti Riniti di Siena (immagine speculare)

D’accordo, si tratta in effetti di una curiosità legata al mondo della cartamoneta post unitaria, ma che non è certo formata da tre banconote, o meglio buoni di cassa – nel caso, si tratterebbe di un unicum dal prezzo inimmaginabile – bensì, più semplicemente, dalle loro matrici di controllo. Ma andiamo con ordine…

Il Monte dei Paschi nel secondo ‘800

Per fare luce sulle vicende storico monetarie del periodo prendiamo spunto e informazioni dal fondamentale volume di Guido Crapanzano ed Ermelindo Giulianini La cartamoneta italiana. Corpus notarum pecuniarum Italiae edito nel 2005 e, tuttora, punto di riferimento insuperato sulla monetazione cartacea preunitaria.

Dopo l’annessione della Toscana al Regno d’Italia il Monte dei Paschi di Siena, storico istituto di credito attivo dalla fine del XV secolo, si sviluppò notevolmente e, con l’introduzione del corso forzoso delle banconote della Banca Nazionale il 1° maggio 1866, si trovò a dover fronteggiare la penuria di circolante.

Mancavano i contanti e perfino le marche da bollo venivano usate come moneta, e la situazione non poteva certo essere gestita senza interventi strutturati. Fu così che il Monte, al pari di vari altri istituti di credito italiani emise dei buoni di cassa che, nella serie del 1866, ebbero un ammontare di 500 mila lire e tagli da 10, 25, 50 e 100 lire ad un interesse dell’1% annuo.

Nel 1871, quindi, il Monte dei Paschi si trovò a dover sostituire quel circa mezzo milione di lire dal momento che i buoni di cassa in circolazione avevano esaurito le caselle destinate all’annotazione del pagamento degli interessi. Si provvide quindi al loro sistematico ritiro, alla distruzione delle cedole e alla stampa di nuovi buoni con tagli da 20, 50, 100 e 200 lire.

Un esemplare non emesso da 10 lire risalente al 1871

Ecco un rarissimo esemplare apparso sul mercato di buono di cassa non emesso e annullato del Monte dei Paschi di Siena, valore 10 lire, interesse annuo pari all’1%. Fa parte della serie del 1871.

Anno 1877: i buoni di cassa senesi “vanno in pensione”

Tanto la prima che la seconda serie di buoni del Monte dei Paschi furono stampate dalla Litografia A. Castellini di Siena e il loro ritiro si concluse di fatto con l’esercizio finanziario 1877 anche se qualche esemplare, distrutto o dimenticato, non venne mai presentato all’incasso. L’ultimo storno di buoni di questo istituto avvenne nell’anno finanziario 1885 per un importo complessivo di 1110 lire.

Matrice di un buono di cassa senese da 50 lire emissione 1871 in carta rosa (courtesy www.cartamoneta.com)
Matrice di un buono di cassa senese da 50 lire emissione 1871 in carta rosa (courtesy www.cartamoneta.com)

Di buoni regolarmente emessi e non ritirati, al momento, non si conoscono esemplari e i pochissimi noti sono tutti buoni di cassa non emessi e annullati, evidentemente a scopo di archiviazione.

La matrice di tre buoni da 20 lire ciascuno (nn. 1207-1209, numeri di serie vergati in inchiostro rosso) in possesso del nostro lettore – curiosa e interessante, ma non unica – testimonia dunque come i buoni di cassa di questo taglio venivano stampati in fogli di tre e poi numerati a mano prima del taglio e dell’emissione.

In linea teorica, le tre matrici sarebbero dovute giacere per sempre nell’archivio del Monte dei Paschi ma è chiaro che, ritirati dalla circolazione e stornati i buoni, quella striscia di carta azzurrina venne “riciclata” come segnalibro, passando di mano in mano fino ad oggi. Altre matrici come quelle qui illustrate, tutti reperti di interesse storico non comuni, sono note e collezionate dagli appassionati di questo settore.