Sabato 7 novembre alle ore 17.00 sul web un nuovo appuntamento con la storia delle monete longobarde, dalle “pseudo imperiali” ai tipi originali del periodo

 

a cura della redazione | Proseguono le videoconferenze della Società mediterranea di metrologia numismatica, torna come relatore uno studioso di lungo corso quale è il professor Giuseppe Colucci che – sabato 7 novembre alle ore 17.00 – svilupperà il tema Storia delle monete dei re longobardi.

Come di consueto, al termine della relazione gli uditori potranno rivolgere al relatore domande e richiedergli pareri e nella circostanza, giacché è sembrato meritevole di ulteriore approfondimento approfondire la composizione della lega delle monete con il metodo della densità, materia di confronto proposta dalla professoressa Patrizia Serafin Petrillo in gli organizzatori hanno deciso che dalle 16.45 alle 17.00 vi sarà una sessione di approfondimento con la professoressa Emma Angelini e il professor Marco Parvis.

L’inizio della dominazione e le monete “pseudo imperiali”

Invasa l’Italia nel 568, i Longobardi si trovarono infatti nella necessità di coniare monete a loro nome, ma non avendo un proprio sistema monetario decisero di imitare le bizantine che venivano coniate a Ravenna, sede dell’Esarcato. Pertanto, imitarono il tremisse di oro a nome di Giustiniano I (g 1,51 e lega al 95%) che, con piccoli aggiustamenti nella lega e nel peso, durerà per circa sesstant’anni anni (fase della cosiddetta “monetazione pseudo imperiale”) sino al re Ariperto I (653-661).

Tremisse longobardo "pseudo imperiale" con al D/ il ritratto di Maurizio Tiberio e al R/ san Michele stilizzato
Tremisse longobardo “pseudo imperiale” con al D/ il ritratto di Maurizio Tiberio e al R/ san Michele stilizzato

Fu il re Cuniperto che dopo il 693 coniò una nuova moneta con la sua immagine nel dritto e quella di san Michele nel rovescio: fu una piccola vera rivoluzione non solo dal punto di vista artistico ma anche per la migliore lega (circa 96%) e del peso giusto (g 1,42).

San Michele arcangelo, primo santo su una moneta italiana

Era la prima volta che veniva posta l’immagine di un santo su una moneta e san Michele ebbe questo privilegio. Questo bellissimo tremisse sarà coniato da tutti i re sino alla caduta del Regno nel 774 (fase della monetazione nazionale).

Parallelamente, si coniavano nella Tuscia (l’odierna Toscana) tremissi imitativi di quelli degli imperatori Eraclio (610-641) e Costante II (641-668) che si distinguevano dagli esemplari padani per la forma meno larga e di spessore maggiore e perché presentavano nel dritto il nome della città con l’appellativo FLAVIA; successivamente si aggiunsero i nomi dei re, Aistolfo e Desiderio (fase della monetazione “federale”).

Rarissimo tremisse longobardo FLAVIA PISA coniato nella città toscana nel periodo fra il 700 ed il 750
Rarissimo tremisse longobardo FLAVIA PISA coniato nella città toscana nel periodo fra il 700 ed il 750

La difficoltà dello studio di questa monetazione risiede innanzitutto nella scarsità del materiale monetario, per alcuni re abbiamo pochissimi esemplari e talvolta una sola moneta. Inoltre, solo da alcuni decenni la ricerca archeologica usa metodi molto più raffinati analizzando anche esemplari che altrimenti sarebbero finiti nel terriccio di scarto. Ciò è ancor più vero per le pochissime monete di argento di cui disponiamo, e che saranno tutte presentate nella relazione.

Giuseppe Colucci, relatore della video conferenza del 7 novembre sulle monete longobarde
Giuseppe Colucci, relatore della video conferenza del 7 novembre sulle monete longobarde

I quattro tipi monetali noti sono quelli con l’immagine dell’imperatore e nel rovescio il krismon oppure un monogramma; inoltre quello con la croce greca del diritto e monogramma nel rovescio, oppure con doppio monogramma.

Il rame fu coniato in maniera esigua e solo di piccolo modulo. Tutta questa monetazione ha circolato nella parte settentrionale del Regno, perché nel Ducato beneventano circolavano monete ducali di chiara imitazione bizantina.

Come partecipare alla video conferenza

Come per gli appuntamenti precedenti, la partecipazione alla video conferenza di Giuseppe Colucci è gratuita ma vincolata alla richiesta di un link di accesso: per ottenerlo è sufficiente inviare una mail di richiesta all’indirizzo di posta elettronica some.menum18@hotmail.com.